I vescovi italiani e la seconda guerra mondiale
2018; Universidad de Navarra; Volume: 4; Linguagem: Italiano
10.15581/007.4.24935
ISSN2174-0887
Autores Tópico(s)Historical and Environmental Studies
ResumoPer la Chiesa cattolica in Italia i problemi con il regime fascista non iniziarono solamente con la guerra.Infatti la S. Sede e la maggior parte dell'episcopato italiano non concordavano sulla necessità di entrare in guerra a fianco della Germania e sui cambiamenti della politica fascista che l'avvicinavano al nazismo.L'atteggiamento di distacco dal regime era iniziato già da qualche tempo, dopo una fase di largo consenso cattolico che aveva coinciso con la conquista dell'Etiopia e con la guerra di Spagna.Si trattava di un processo di disaffezione che coinvolgeva vertici e base del mondo cattolico: aveva preso le mosse dalla constatazione che il regime fascista non si andava evolvendo verso un modello di Stato cattolico, ma costruiva una sua propria identità.La questione delle leggi razziali, introdotte in Italia da Mussolini, era un segno evidente della volontà del fascismo di scostarsi dal modello di regime cattolico.Il card.Schuster, arcivescovo di Milano dal 1929, uno dei vescovi italiani maggiormente convinto della possibilità di un recupero cattolico del fascismo, era intervenuto duramente.In Duomo, a Milano, il 13 novembre 1938, l'arcivescovo aveva proclamato: «Se c'è dunque un concetto antimperiale ed antiromano, è indubbiamente questo del mito razziale del XX secolo...
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