Diffusione delle opere sacre dei compositori iberici e circolazione dei musicisti spagnoli nello stato pontificio nel XVI secolo

1993; Sociedad Española de Musicología; Volume: 16; Issue: 5 Linguagem: Italiano

ISSN

0210-1459

Autores

Galliano Ciliberti,

Tópico(s)

Historical Art and Architecture Studies

Resumo

L'erudito nonch? appassionato Ragguaglio dello stato del coro de' cantori nella Cappella Sistina, redatto da Antimo Liberati tra la fine del 1662 e gli inizi del 1663 (cio? poco dopo il suo ingresso come contralto nella Sistina), descrive con estremo realismo lo stato di disordine e di degrado raggiunto nel xvn secolo da una delle pi? prestigiose e antiche istituzioni musicali pontificie.1 Il caos sarebbe stato provocato ?secondo Liberati? non solo dall'impiego degli strumenti in cappella ma soprattutto dalla presenza di castrati italiani nella parte di soprano. Dei quattro tipi di voci (soprano, contralto, tenore e basso) necessari per la formazione del coro, quella di soprano veniva affidata nel Cinquecento a castrati spagnoli, scelti attraverso un rigoroso esame, ben pi? abili tecnicamente dei pueri cantores. Non pi? giovani se ne tornavano ?automaticamente? in patria lasciando il posto ad altri connazionali. Lo sdegno di Clemente Vili per la presunzione degli spagnoli che non avevano voluto ammettere fra di loro il castrato perugino Girolamo Rosini (1581-1644) e la conseguente assunzione dello stesso da parte del pontefice, apr? la via ai castrati italiani e rappresent? per Liberati l'inizio del disordine. Il loro numero and? sempre crescendo assieme a quello dei castrati soprannumerari e proprio questi ultimi ?forti della protezione di

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