Artigo Acesso aberto Revisado por pares

La Ricezione dell' Exposition de la Doctrine de l'Eglise Catholique di Bossuet in Degola e Manzoni

1995; Johns Hopkins University Press; Volume: 110; Issue: 1 Linguagem: Italiano

10.1353/mln.1995.0010

ISSN

1080-6598

Autores

Luciano Parisi,

Tópico(s)

European Cultural and National Identity

Resumo

La ricezione dell’Exposition de la doctrine de l’église catholique di Bossuet in Degola e Manzoni Luciano Parisi Mi soffermerò su tre opere: l’Exposition de la doctrine de l’église catholique di Jacques-Bénigne Bossuet, pubblicata nel 1671; l’Exhortation à une nouvelle catholique le jour de son abjuration du calvinisme di Eustachio Degola, pronunciata nel 1810; e le Osservazioni sulla morale cattolica di Alessandro Manzoni, pubblicate nel 1819. La prima opera è un trattato teologico rigorosamente strutturato in 22 capitoli; la seconda è un’orazione, divisa in tre parti, pronunciata nella chiesa di San Severino a Parigi, quando la moglie di Manzoni, Henriette Blondel, si convertì al cattolicesimo; la terza è un’opera di apologia cattolica volta a confutare in 19 capitoli altrettante affermazioni di Simonde de Sismondi sul cattolicesimo in Italia. L’Exposition è una delle opere più note di Bossuet; l’Exhortation è probabilmente il capolavoro di Degola; la fortuna critica delle Osservazioni è stata contrastata e periodicamente vengono mossi a questo testo appunti di inadeguatezza. Le tre opere sono accomunate dal fatto di costituire una descrizione della dottrina cattolica, articolata di fronte a interlocutori protestanti o provenienti da un’educazione protestante. Questi interlocutori sono per Bossuet i calvinisti presenti nella Francia del ‘600 (l’Exposition fu scritta 14 anni prima della revoca dell’editto di Nantes); per Degola l’interlocutrice è la neoconvertita Henriette Blondel; per Manzoni lo storiografo ginevrino Sismondi. Sismondi non era più protestante quando scrisse l’Histoire des républiques italiennes [End Page 32] du moyen âge, ma Manzoni lo considerò tale, non senza qualche buona ragione. (Sulla vicinanza di protestantesimo e razionalismo fra ‘700 e ‘800, si vedano Dillenberger e Welch: 154–157). Vorrei mostrare il rapporto genealogico esistente fra queste tre opere; individuare il diverso atteggiamento che i tre autori hanno rispetto ai loro interlocutori; e trarre alcune considerazioni finali relative alle Osservazioni sulla morale cattolica. 1. Il trattato di Bossuet si propone di chiarire la posizione teologica della chiesa su quegli argomenti che i protestanti hanno sollevato al momento della loro Riforma (1131). Egli esclude programmaticamente dalla sua esposizione dettagli di secondaria importanza o “les articles fondamentaux de la Religion chrétienne” (1133) condivisi tanto dai cattolici quanto dai protestanti. Espone perciò la dottrina cattolica senza soffermarsi sulla natura trinitaria di Dio, sulla divinità di Cristo, sul valore delle scritture. I temi fondamentali che affronta sono quattro: la natura del culto religioso (capp. III-V); la dottrina della giustificazione (capp. VI-VIII); il valore dei sacramenti e la presenza reale del corpo e del sangue di Cristo nell’Eucarestia (capp. IX-XVII); il valore della tradizione e l’autorità della chiesa (capp. XVIII-XXI). Nel trattare questi temi Bossuet segue due strategie complementari. Egli è convinto che l’avversione dei protestanti ai “sentiments” dei cattolici “est attachée aux fausses idées qu’ils en ont conçues” (1131). La sua prima strategia è quella di spazzare via queste false idee con la ricostruzione della reale dottrina cattolica; i protestanti dovrebbero accorgersi alla fine di condividere la stessa posizione dei cattolici. “Plusieurs disputes s’évanouiront tout à fait, parce qu’on reconnaîtra qu’elles sont fondées sur de fausses explications de notre créance” (1133, anche 1140). In altri casi la disparità di vedute è reale. La seconda strategia di Bossuet consiste nel fondare in maniera autorevole la posizione cattolica; nel mostrare le contraddizioni interne al pensiero protestante sulla stessa materia; e nel negare comunque il valore dirompente dell’argomento. “Les disputes qui resteront . . . n’ont rien qui blesse les fondements de la foi” (1133). Nessuna di queste convinzioni “renverse les fondements du salut” (1170). Bossuet segue la prima strategia, quella conciliatoria, nella trattazione dei primi due argomenti. I protestanti, in primo luogo, sono preoccupati dalle invocazioni che i cattolici rivolgono ai santi e dalla reverenza che mostrano per immagini e reliquie, perché temono [End Page 33] che questi culti possano essere atti di idolatria (1140). Bossuet spiega che anche per i cattolici “le culte religieux se termine à Dieu seul” (1134), e che i cattolici non attribuiscono ai santi o alle immagini religiose “aucune de ces qualités ou de ces opérations qui ne peuvent convenir qu’à Dieu” (1137). I protestanti, in secondo luogo, sono preoccupati...

Referência(s)