Artigo Acesso aberto Revisado por pares

Il tema della Provvidenza in Manzoni

1999; Johns Hopkins University Press; Volume: 114; Issue: 1 Linguagem: Italiano

10.1353/mln.1999.0013

ISSN

1080-6598

Autores

Luciano Parisi,

Tópico(s)

Italian Literature and Culture

Resumo

Il tema della Provvidenza in Manzoni * Luciano Parisi Le ricerche sul tema della Provvidenza in Manzoni sono complicate dalle diverse concezioni che della Provvidenza hanno gli interpreti e dal fatto che tali concezioni non sono in genere discusse, ma semplicemente presupposte. In questo caso vorrei partire dalle distinzioni e descrizioni di due teologi, uno contemporaneo (Michael Langford) e uno seicentesco particolarmente caro a Manzoni (Jacques-Bénigne Bossuet), per utilizzarle come punto di riferimento nella rilettura dei testi manzoniani. La rilettura mostrerà un movimento: nelle opere che Manzoni compone immediatamente dopo il riavvicinamento al cattolicesimo il tema della Provvidenza non compare (benché siano evidenti le riflessioni che porteranno lo scrittore ad occuparsene presto); nell’Adelchi il tema è presente secondo un’articolazione vicina a quella della dottrina cattolica come Bossuet l’aveva riassunta; nei Promessi sposi Manzoni arriva infine a una visione più personale ed intuitiva. Documenterò con molte citazioni la prima fase, poco evidenziata da altri studi; e premetterò alla trattazione della seconda un’analisi dei discorsi di Bossuet sulla Provvidenza (non limitandomi al Discours sur l’histoire universelle, e riservando particolare attenzione ai Sermons e alle Oraisons funèbres). [End Page 83] 1. Il sentimento o l’idea di Provvidenza è collegato all’intuizione di una realtà ordinata e piena di senso che risolve armonicamente in sé errori, dolori e mali. Alcuni credono di cogliere nella storia i segni di tale realtà—un’intenzione divina, una progettualità che misteriosamente connette gli eventi e dà loro significato—insistendo più sull’influenza che sull’interferenza di Dio nel mondo. L’enfasi—scrive Michael Langford—non è su un’attiva partecipazione nel presente, ma ‘on foreseeing, in the sense of making prior arrangements [...] providence is concerned with God’s ordering of things in the past, rather than with his involvement in the present’. 1 Anche Bossuet distingue il miracolo, che forza la natura a uscire dalle sue leggi (DS, p. 163), dalla Provvidenza che si serve degli eventi terreni per i suoi fini (DS, pp. 352–54) senza forzare la volontà umana o la natura, ma asseconda le loro tendenze in una direzione piuttosto che in un’altra. 2 Nelle opere che Manzoni compone negli anni ‘10, e in diverse pagine posteriori, si evoca (o si invoca) il miracolo: Dio interviene (od è invitato ad intervenire) nella storia con una sconvolgente azione soprannaturale che ristabilisce la giustizia sulla terra, pone fine alle sofferenze dei buoni e punisce i malvagi. Scrive Manzoni nel 1814: Gli uccisori esultanti sul monte Di Dio l’ira già grande minaccia; [End Page 84] Già dall’ardue vedette s’affaccia, Quasi accenni: tra poco verrò. (La Passione, PT, p. 11, vv. 77–80) 3 Nello stesso anno, in una composizione di ispirazione patriottica, Manzoni osserva: Quando eran l’onte più aspre ed estreme, E al veder nostro estinto Ogni raggio parea d’umana speme, Allor fuor de le nube arduo ed accinto Tuonando, il braccio salvator s’è mostro. (Aprile 1814, PT, p. 219, vv. 59–65) Nel 1821 lo scrittore è convinto che Dio garantisca un appoggio diretto ai popoli in lotta per la propria indipendenza: Chi v’ha detto che sterile, eterno Saria il lutto dell’itale genti? Chi v’ha detto che ai nostri lamenti Saria sordo quel Dio che v’udì? Sì quel Dio che nell’onda vermiglia Chiuse il rio che inseguiva Israele, Quel che in pugno alla maschia Giaele Pose il maglio, ed il colpo guidò. (Marzo 1821, PT, p. 117, vv. 61–68) Desiderio, nell’Adelchi, crede nell’azione punitrice o riequilibratrice di Dio (‘L’ira del cielo, / E l’abbominio della terra, e il brando / Vendicator sul capo dell’iniquo’; PT, p. 557) e analogamente si esprime suo figlio Adelchi: non diede Così la vita de’ migliori il cielo All’arbitrio de’ rei: non è in lor mano Ogni speranza inaridir, dal mondo Tôrre ogni gioia. (PT, pp. 565–66) [End Page 85] Il Dio di tutti—dice anche Adelchi— il Dio che i giuri ascolta Che al debole son fatti, e ne malleva L’adempimento o la vendetta, il Dio, Di cui talvolta più si vanta amico Chi più gli è in ira, in cor del reo sovente Mette una smania, che alla pena incontro...

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