Beatrice und die anderen Engel: die Musik (in) der Vita Nova
2009; De Gruyter; Volume: 84; Issue: 1 Linguagem: Italiano
10.1515/dante-2009-0105
ISSN2194-4059
Autores Tópico(s)Medieval Iberian Studies
ResumoRiassunto Partendo dal fatto paradossale che la Vita Nova possa essere definito un »Buch der Lieder« (Wehle) o »libro dei canti«, pur parlando della musica in senso stretto solo in due luoghi, il presente contributo intende esaminare il rapporto esistente fra il libro e la »musica» in un senso più ampio e proporre una lettura della Vita Nova che mette l’accento proprio sulla musicalità delle poesie dantesche e le sue implicazioni. Le poesie stesse, come Beatrice, »angiola giovanissima«, e come Amore, agiscono come angeli: sono caratterizzate anche loro da cortesia e gentilezza e soprattutto trasmettono dolcezza e beatitudine, confermando così la convinzione medievale secondo cui il linguaggio degli angeli non sarebbe altro che musica, mentre da parte sua la musica - in primo luogo, s’intende, quella liturgica - riuscirebbe a comunicare già sulla terra un’idea del canto degli angeli. Qui, non solo la canzone è ›angelo‹ nel senso etimologico del termine, essendo mandata dall’io a portare un messaggio ai destinatari; non solo porta metaforicamente l’io, la cui lingua parla »quasi come per se stessa mossa«, al cielo. Innanzitutto, come fa vedere la rilettura di alcune ›canzoni‹, il linguaggio poetico riesce a dire l’ineffabile grazie alle sue caratteristiche proprie, che lo distinguono dal linguaggio tanto prosastico quanto prosaico, caratteristiche che ne fanno una specie di linguaggio angelico: è la poesia che con la sua suavitas riesce a superare i limiti del linguaggio umano e a procurare la beatitudine, trasportando coloro che la sanno udire già in vita »oltre la spera«.
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