La place de la Gorgone : où est passée la tête de Méduse ? (Odyssée, XI, 627 et suiv.)

2013; Volume: 16; Issue: 1 Linguagem: Italiano

10.3406/gaia.2013.1597

ISSN

2275-4776

Autores

Giovanni Guido Cerri,

Tópico(s)

Renaissance Literature and Culture

Resumo

Nel finale del libro XI dell’Odissea, la testa della Gorgone, isolata in se stessa alla maniera del gorgoneion, è assunta come dèmone catactonio permanente al servizio di Persefone, con la funzione specifica di terrorizzare, mettere in fuga ovvero pietrificare i vivi che osino intromettersi nel mistero dell’Ade. Questa figurazione è un unicum assoluto nell’intera storia della cultura e della letteratura greco-romana antica. Fu una sorta di innovazione poetica proposta dal brano omerico, che fu poi rifiutata dalla cultura delle età successive, in quanto ritenuta assurda dal punto di vista mitologico. Si deve infatti notare che : 1) Non trova riscontro in nessun altro testo della produzione poetica arcaica, dall’ VIII al VI secolo a. C. ; 2) Almeno a partire da Aristotele provocò forte turbamento nei commentatori di Omero, i quali avvertivano una contraddizione non superabile tra il significato più ovvio del brano e la tradizione mitica a loro nota ; 3) Non fu mai oggetto di registrazione da parte dei mitografi né di riflessione da parte di fi losofi o eruditi ; 4) Fu invece oggetto di allusioni trasversali (non certo di riprese in senso stretto) sempre e solo in passi di taglio comico-sarcastico.

Referência(s)