Artigo Revisado por pares

Shooting in Italy: The present situation and future perspectives

1979; Elsevier BV; Volume: 16; Issue: 2 Linguagem: Italiano

10.1016/0006-3207(79)90059-4

ISSN

1873-2917

Autores

Fábio Cassola,

Tópico(s)

Animal Ecology and Behavior Studies

Resumo

A comprehensive review of the shooting and hunting regulations in Italy is attempted, since the size and type of this phenomenon make Italy almost unique in the world, with increasing numbers of hunters (more than 2,000,000, i.e. about 8/km2), increased destruction owing to modern firearms and motorisation, and decreasing wildlife and natural habitats. The many causes of such a situation are briefly described from different points of view, and especially through a legal approach which denies the basic idea of a ‘right’ of hunting. The recent hunting regulations enacted in January 1978 by the new ‘legge-quadro’ (Act no. 968, 27 December 1977) are then reviewed, with regard to the important improvements on the previous situation (e.g. the clear definition of wildlife as an ‘undisposable patrimony of the State’, and the establishment of a new game species list, instead of a protected species list only). The many still badly regulated points are discussed including some serious setbacks, brought about by the law (e.g. the re-introduction of bird-netting, the continuation of hunting from hides, some incomprehensible inclusions in the game species list, the new rules for the creation of protection oases and wildlife refuges, and the considerable public financing of the hunters' associations). The future perspectives leave little room for optimism, since shooting will still remain a largely uncontrolled activity, entrusted to the hunter's fairness and self-control. Many of the new hunting regulations will probably be largely ignored, and the greater part of the whole national territory will continue to be managed mainly for shooting purposes, rather than for conservation needs. Nevertheless, public opinion is slowly becoming better informed, the opponents of shooting are increasing, and the idea of a national referendum for the full abrogation of the shooting laws is gaining ground. The support of international public opinion could be most helpful in establishing more advanced and realistic hunting regulations in the near future. Il presente lavoro intende costituire una articolata messa a punto sul problema della caccia in Italia, sulla sua attuale situazione di fatto e di diritto, e sulle prospettive future che tale situazione e l'esperienza passata lasciano intravedere. Per le sue dimensioni, e per i modi in cui viene esercitata, la caccia costituisce infatti in Italia un fenomeno pressochè unico al mondo, che deve essere guardato e valutato con guidizi e attenzione del tutto particolari. Parllelamente e inversamente alla continua riduzione e degradazione degli ambienti naturali, il fenomeno caccia è andato sempre aumentando negli anni fino a registrare un autentico ‘boom’ negli ultimi due decenni; e ciò per complesse e molteplici ragioni di carattere culturale, educativo, psicologico, sociale, politico, giuridico ed economico che vengono brevemente prese in esame al fine di spiegare tale apparente paradosso. All'enorme numero di cacciatori ormai esistente in Italia (oltre 2 milioni, pari a circa 8 al kmq) si aggiunge la loro aumentata distruttività, dovuta alla maggiore potenza e precisione delle armi, alla diffusione dell'automobile e alla penetrante e capillare rete stradale. L'incidenza della caccia sul patrimonio faunistico è poi ulteriormente accresciuta da altri numerosi fattori (inquinamenti, urbanizzazione e speculazione edilizia, tagli e incendi boschivi, prodotti chimici in agricoltura, ecc.) che non dipendono direttamente dai cacciatori, ma checondizionano nondimeno la loro attività e determinano il contésto ambientale nel quale essa si svolge. La situazione normativa introdotta dalla recente legge-quadro (legge 27 dicembre 1977 n. 968) comprende alcuni innegabili miglioramenti ma anche il mantenimento di numerosi aspetti negativi, e perfino l'introduzione di alcuni gravi peggioramenti rispetto alla normativa precedente. Tra i miglioramenti finalmente raggiunti va menzionato l'abbandono dell'antico concetto della fauna selvatica come cosa di nessuno (res nullius) e la sua considerazione, adesso, come ‘patrimonio indisponibile dello Stato’, tutelato ‘nell'interesse della comunità nazionale’. Alla lista delle specie protette (tutte le altre essendo cacciabili) si sostituisce ora una lista delle specie cacciabili, tutte le altre essendo protette. Alcune specie più importanti sono considerate ‘particolarmente protette’, e vengono inoltre definitivamente vietati l'uso di bocconi avvelenati, la detenzione di specie non cacciabili, l'introduzione in Italia di specie esotiche, e l'esercizio della caccia all'interno dei parchi e delle riserve naturali. Vi sono tuttavia nella legge aspetti negativi gravi e qualificanti, quali la reintroduzione dell'uccellagione per la cattura di uccelli a scopo ‘amatoriale’ o di richiamo (ivi compresi falchi e civette), l'inclusione tra quelle cacciabili di specie rare o facilmente confondibili con altre protette, il mantenimento della ‘caccia al capanno’, l'anticipazione dell'apertura alla migratoria, la perpetuazione del diritto dei cacciatori (e solo di essi) ad entrare nei terreni privati, e il conferimento ai proprietari privati, viceversa, della facoltà di negare il consenso alla creazione di oasi di protezione. Infine viene istituito un inaccettabile meccanismo di finanziamento pubblico, di notevole entità, a favore delle associazioni venatorie, laddove nessun contributo è previsto viceversa per le associazioni conservazionistiche e per gli interventi di protezione della natura. Diversi elementi—come l'assenza e la difficoltà di efficaci controlli, l'enorme numero di cacciatori, la scarsità di prede, e la generale degradazione del territorio— portano a supporre che la nuova legge sarà scarsamente osservata ed applicata. Alcune migliori regolamentazioni potrebbero venire dalle Regioni, ma per vari motivi ciò appare difficilmente sperabile, tanto più che in alcuni casi le Regioni hanno perfino mostrato di non voler tenere conto nemmeno dei limiti posti dalla leggequadro nazionale. La lenta crescita di un'effettiva migliore informazione su questi argomenti, e l'espandersi di un generale movimento di opposizione alla caccia, in vista anche di un eventuale referendum popolare abrogativo delle norme che la consentono, stanno comunque pian piano modificando il quadro complessivo, e potranno sperabilmente indurre le Autorità di governo ad adottare nel prossimo futuro normative più aggiornate e rispettose delle esigenze di conservazione faunistica ed ambientale.

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