Artigo Revisado por pares

Struttura e trattamento in alcune faggete dell'Appennino meridionale

2008; Linguagem: Italiano

10.4129/ifm.2008.6.01

ISSN

2036-3494

Autores

Orazio Ciancio, Francesco Iovino, Giuliano Menguzzato, Antonino Nicolaci,

Tópico(s)

Plant Ecology and Soil Science

Resumo

Nelle faggete dell’Appennino meridionale – malgrado i piani di assestamento e di gestione sistematicamente e univocamente prescrivano i tagli successivi – solo casualmente questa forma colturale e stata posta in essere. Quando lo e stata cio e avvenuto nei boschi di proprieta pubblica, per i quali la gestione tendenzialmente prevede l’adozione degli schemi classici della selvicoltura. Anche in questi casi pero quasi sempre il trattamento a tagli successivi non e stato applicato nella forma canonica, ma con una sequenza molto ridotta di tagli, peraltro di intensita troppo elevata. Nei boschi di proprieta privata, invece, e stato adottato il taglio a scelta che in letteratura e considerato inadatto e quindi inapplicabile per la tendenza spontanea del faggio a rinnovarsi formando strutture coetanee e per il timore che i tagli possano degenerare in selezioni commerciali delle piante migliori. Nella realta operativa, invece, i privati da sempre operano in tal senso con ottimi risultati di redditivita, conseguendo tra l’altro una elevata efficienza funzionale dei boschi di faggio. Nel presente lavoro, sulla base delle analisi condotte in differenti tipologie strutturali di alcune faggete dell’Appennino meridionale, ricadenti in proprieta pubblica e privata e delle relative modalita di intervento, viene evidenziato come la gestione di questi boschi, basata su interventi svincolati da parametri derivanti da modelli predefiniti, favorisca la disomogeneita e la diversificazione strutturale.

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