Identificazione degli Enotri
2014; French School of Rome; Issue: 126–2 Linguagem: Italiano
10.4000/mefra.2438
ISSN1724-2134
AutoresSalvatore Bianco, Addolorata Preite,
ResumoDal V secolo a.C., l'etnostoriografia greca svolge una forte azione di legittimazione delle politiche coloniali e identifica in differenti aree gli ethne dell'area japigio-peuceta e chonio-enotria, che erano entrati in contatto con le presenze protocoloniali e coloniali elleniche, queste ultime protagoniste del processo di affermazione etnopolitica sugli antichi territori italici. Le fonti per l'identificazione dell'ethnos chonio-enotrio sono quelle storiografiche, che permettono l'identificazione territoriale e culturale dell'Enotria, e quelle archeologiche (necropoli), che consentono l'identificazione delle diverse aree, o comparti, distinte per territorio, rituale funerario e cultura materiale. Al momento, lo studio dell'ethnos chonio-enotrio è possibile con il metodo deduttivo e di confronto. Il primo permette l'analisi del sito indagato e la formulazione di una o più ipotesi interpretative dei dati archeologici. Il secondo consente di confrontare più ipotesi, formulate sia all'interno di un sito comunitario o territoriale, sia all'esterno nell'ambito di altre realtà culturali. Ciò porta all'individuazione di possibili analogie o differenziazioni, che, organizzate e valutate in relazione al loro grado di attendibilità e di capacità diagnostica, possono confermare o ridefinire i caratteri formanti, distintivi o di similitudine di una comunità rispetto ad un'altra. La formazione dell'ethnos chonio-enotrio (fine X / IX-V secolo a.C.) è il risultato di trasformazioni iniziate nell'età del bronzo e influenzate dai contatti commerciali e culturali sia con l'area orientale (mondo miceneo e illirico-balcanico) sia con quella tirrenica. In seguito, il contatto con la presenza greca protocoloniale e coloniale e con le aree etrusco-tirreniche, ha contribuito alla formazione di una cultura enotria complessa e diversificata. In Basilicata, il territorio abitato dell'ethnos chonio-enotrio si estende dal Basento al Sinni, dividendosi all'interno in due aree geografico-culturali : quella ionico-subcostiera, occupata dai Choni, e quella interna delle vallate fluviali dell'Agri e del Sinni, abitata dagli Enotri. Nella prima età del ferro, l'area chonia è legata al mondo adriatico di matrice iapigio-peuceta, mentre l'area enotria a quella tirrenica delle « tombe a fossa ». Dalla fine dell'VIII secolo a.C., con la presenza protocoloniale lungo la costa ionica e della nuova organizzazione socio-politica ed economica, l'area chonia perde la propria identità. La fondazione delle città achee di Sibari e Metaponto e la formazione dell'emporion greco-orientale di Siris sulla costa ionica, realtà attuatrici di un ampio programma di traffici costieri, consentono l'intensificarsi dei commerci tra l'Enotria interna, l'area ionica e l'area tirrenica peninsulare, dove agli inizi del VI secolo a.C. la fondazione di Posidonia alla foce del Sele rappresenta il grande referente pro-Sibari sul Tirreno e verso il mondo etrusco. A differenza dei Choni, gli Enotri dell'interno conservano la propria identità « indigena », pur condizionata progressivamente dal processo di acculturazione e di ricezione dei modelli culturali di matrice ellenica. Dalla prima metà del V secolo a.C., l'adozione di modelli e pratiche religiose elleniche, attestata archeologicamente, con evidenti ricadute in ambito socio-politico, conclude il processo di integrazione culturale avviato diversi secoli prima.
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