La Passione. Via Crucis al Colosseo di Mario Luzi
2015; SAGE Publishing; Volume: 49; Issue: 1 Linguagem: Italiano
10.1177/0014585815569449
ISSN2168-989X
Autores Tópico(s)Linguistic Studies and Language Acquisition
ResumoLa poesia del XX secolo nasce confrontandosi con la Modernità. Nell’Italia del dopoguerra, in particolare, la nuova epoca è vista come possibilità mancata, come tradimento di una concezione umanistica della vita e della storia. L’ homo faber non coincide con l’ homo oeconomicus. Luzi vede la Modernità come prova purificatrice, che restituirà l’essenziale. Così, accanto alla produzione lirica, si sviluppa in parallelo la composizione di poemetti, i cui “eroi” si fanno portatori della visione ultima dei poeti. Il ritorno al poemetto è comune anche a Giorgio Caproni, Maria Luisa Spaziani e Alda Merini. Per le loro opere si può parlare di “neogotico”. Sono scritti tutti animati da un sentire religioso, quasi, “francescano”: si interrogano sul mistero dell’essere e del divino. Sono caratterizzati da una simbologia comune e da stilemi, atti a esprimere l’afflato religioso e filosofico. Sono spesso “slanci amorosi per la vita”. Ne risulta un cristianesimo “poco dogmatico”, “mistico”. La Passione di Mario Luzi (1999) è il testo esemplare di questa produzione, perché presenta un Cristo forse “troppo umano”, che affronta il problema dell’amore per la vita e il suo essere stato uomo tra gli uomini. Da questo indimenticabile ritratto emerge tutta la nostalgia di un poeta, giunto ormai alla fine del suo viaggio terreno.
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