Artigo Revisado por pares

Vitruvius and Greek aqueducts

1999; Cambridge University Press; Volume: 67; Linguagem: Italiano

10.1017/s0068246200004530

ISSN

2045-239X

Autores

Michael Lewis,

Tópico(s)

Historical Astronomy and Related Studies

Resumo

VITRUVIO E GLI ACQUEDOTTI GRECI La sezione di Vitruvio (VIII 5-6.9) sugli acquedotti ha causato molte difficoltà agli studiosi della materia che non riescono a riconciliarlo né con le pratiche conosciute nell'occidente romano, né con le teorie dell'idraulica moderna. In questo articolo si sostiene che, con l'eccezione dei passaggi sulle dimensioni dei tubi e sulla distribuzione urbana, le fonti di Vitruvio siano interamente greche. La sua descrizione dei chorobates deriva da Carpo di Antiochia, i suoi dati sul gradiente da Filone di Bisanzio, mentre le sue specifiche riguardanti le condutture dell'acqua, complete con un sifone invertito, corrispondono esattamente all'acquedotto Karapinar a Smirne. Tre grandi sifoni del secondo secolo a.C. (Smirne, il Madra Dag a Pergamo e l'esempio di stile ellenistico ad Alatri) tutti includono una caratteristica ingegneristica che spiega l'enigmatico colluviaria di Vitruvio. Le ‘pietre rosse’ che Vitruvio consiglia come ancore di sifoni possono essere ritrovate solo negli acquedotti dell'Asia Minore occidentale. La sua teoria idraulica è comprensibile più in termini di disciplina stoica che di fisica moderna. Se ne conclude che Vitruvio fosse ampiamente influenzato da fonti pergameniche del secondo secolo a.C, e che forse perfmo il suo resoconto del tipico acquedotto romano con tubazioni, che sembra descrivere l'Anio Vetus, possa derivare di seconda mano dalle stesse fonti.

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