Artigo Revisado por pares

GIOVANNI REALE, Botticelli. La “Primavera” o le “Nozze di Filologia e Mercurio”? Rilettura di carattere filosofico ed ermeneutico del capolavoro di Botticelli con la prima presentazione analitica dei personaggi e dei particolari simbolici

2002; University of Groningen Press; Volume: 2; Issue: 2 Linguagem: Italiano

ISSN

1568-3540

Autores

Ilaria Ramelli,

Tópico(s)

Renaissance Literature and Culture

Resumo

In quest'opera Giovanni Reale, il quale, oltre a essere uno dei maggiori studiosi del pensiero antico, e anche acuto interprete di arte rinascimentale, (1) sviluppa con dovizia e finezza argomentativa l'ipotesi che il quadro botticelliano generalmente noto come la Primavera sia in realta una rappresentazione allegorica ispirata al romanzo enciclopedico di Marziano Capella De nuptiis Philologiae et Mercurii. (2) In particolare, nella Prefazione (pp. 9--15) l'Autore illustra le ragioni per cui il capolavoro di Botticelli vada oggi riletto secondo una nuova modalita ermeneutica. Segue quindi una cospicua sezione del libro (pp. 16--171) in cui sono riprodotti, in fotografie di eccellente fattura e di grande formato, la visione d'insieme e numerosi particolari del quadro in questione. Il cap. I del saggio (pp. 175--180) presenta alcune previe considerazioni di carattere metodologico, volte a illustrare il percorso storico-ermeneutico seguito dall'Autore nello studio. Il cap. II (pp. 181--236) ha un andamento storico e analizza di volta in volta i vari criteri interpretativi che, dall'eta rinascimentale ai giorni nostri, sono stati applicati al quadro: dapprima il metodo fondato sui paralleli letterari tratti dai testi classici e quello neoplatonico del Ficino e dell'Accademia platonica fiorentina; quindi l'esegesi storica basata sulla celebrazione di matrimoni o eventi connessi con la famiglia de' Medici e quella naturalistica ispirata al calendario rurale e alla stagione della Primavera: in questo contesto si colloca l'interessante passo di Girolamo Aleandro del 1616 su Mercurio come dio della primavera: per questa interpretazione Aleandro si fonda proprio su Marziano Capella. Opportunamente, dunque, l'Autore fa rilevare subito dopo l'importanza e la portata dell'opera di Marziano, nell'eta tardo-antica, medioevale e umanistica. Si passa, infine, alle ipotesi del Novecento: dopo un primo richiamo al testo di Marziano Capella nell'interpretazione del quadro botticelliano da parte di Wickhoff nel 1906, viene la tesi di Claudia La Malfa, che interpreta il dipinto alla luce di due passi del libro II del De nuptiis. (3) Infine, e esposta e fatta propria dal Reale la tesi di Claudia Villa, (4) che legge sistematicamente il quadro in riferimento all'opera di Marziano. L'Autore passa quindi, nel cap. III, a presentare analiticamente le proprie proposte interpretative per ogni singolo aspetto del quadro e, nel cap. IV (pp. 279--288), si sofferma sul significato delle piante, dei fiori e dei frutti, le cui specie sono ben distinguibili. Un'opportuna e illuminante sintesi e infine offerta nel cap. V, contenente importanti osservazioni conclusive sul quadro come > (pp. 289--295), in cui di particolare rilievo appare la sezione che mostra come le idee espresse da Marziano Capella si fondano con quelle tipiche del platonismo e la parte in cui l'Autore spiega le ragioni per cui, tra le sette arti liberali, Botticelli ne abbia scelta una sola come ancella di Filologia. Il pregio fondamentale del libro mi sembra consistere, oltre che nella ricchezza e nella bellezza del corredo fotografico, soprattutto nella sistematicita e nell'organicita della interpretazione proposta, la quale, come accennavamo, riprende, sviluppa, integra notevolmente e articola in modo esauriente--specialmente in rapporto all'universo culturale e filosofico platonico in cui si pone il Botticelli--i preziosi spunti della Villa. In particolare, il Reale fa notare come la scena del quadro astragga dalle dimensioni spazio-temporali e come la presentazione dei personaggi nel loro insieme risulti una icona emblematica di un'Idea platonica (pp. 239--241). Il personaggio di Mercurio, una figura che in precedenza aveva provocato gravi difficolta interpretative, alla luce dell'opera del Capella si spiega con estrema facilita, essendo lo sposo di Filologia; il fatto che volti le spalle a tutti viene spiegato dal Reale, come gia dalla Villa, con l'identificazione tra il dio e il pianeta in Marziano: il pianeta Mercurio ha un moto retrogrado (Mart. …

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