OSSERVAZIONI MORFO-ECOLOGICHE E SISTEMATICHE SUL GENERE « KIGELIA » DC.
1971; Taylor & Francis; Volume: 25; Issue: 2 Linguagem: Italiano
10.1080/00837792.1971.10669943
ISSN2169-4060
Autores Tópico(s)Plant and animal studies
ResumoRIASSUNTO Sono state esaminate le vicende sistematiche del genere Kigelia. Esse si sono sviluppate in un arco di tempo di oltre 150 anni, nel quale si possono distinguere tre periodi. Un primo periodo va dal 1785 all'inizio di questo secolo, epoca in cui sono generalmente riconosciute valide tre specie: K. pinnata DC., K. aethiopica Decne, K. africana (Lam.) Benth. Indi segue un periodo analitico facente capo allo Sprague (1906). Lo Sprague distingue, oltre alle tre suddette, altre sette specie (e tre varietà) e porta così a dieci il numero delle specie di Kigelia. Ma il numero delle specie e delle varietà si accresce ancora ad opera dei sostenitori delle idee di Sprague. Dipoi, attorno al 1950, si afferma invece la tendenza a sintetizzare e tale processo raggiunge il suo culmine con lo Heine (1963) che riconosce nel genere Kigelia una sola specie la K. africana (Lam.) Benth. Successivamente è stata analizzata la validità dell'ipotesi dell'unitarietà della specie esaminando la variabilità di alcuni caratteri morfologici, tra quelli citati dagli autori come distintivi delle specie, che si poteva ritenere avessero un rapporto con l'ambiente e procedendo alla compilazione della carta della distribuzione del genere Kigelia. Tale carta, cui fa seguito l'elenco delle località di raccolta, è stata costruita sulla base dei campioni messi a disposizione dagli Erbari di Kew, Bruxelles, Parigi, Ginevra e di tutti quelli presenti negli Erbari di Firenze, ed è stata confrontata con la distribuzione dei tipi di vegetazione dell'Africa. I caratteri considerati sono: consistenza della lamina delle «leaflets» e forma dell'apice di queste. Nell'ambito di ciascun carattere sono state distinte tre classi: coriacea, subcoriacea, flaccida per la consistenza della lamina; arrotondato, intermedio, acuminato per la forma dell'apice. Si sono avute così nove combinazioni. Ogni campione utile per questa indagine presentava pertanto una di queste nove combinazioni. Per esaminare la variabilità di tali caratteri in rapporto all'ambiente, i campioni sono stati localizzati, mediante il calcolo delle coordinate del luogo di raccolta, su di una carta dell'Africa su cui erano state delimitate due zone di vegetazione A e B, corrispondenti, sulla carta A.E.T.F.A.T. Vegetation Map of Africa South of Tropic of Cancer, la A alle zone di boscaglia e savana comprese tra il Tropico del Cancro ed il 20° grado di latitudine Sud e la B alla foresta pluviale. È stata quindi realizzata una tabella delle frequenze assolute delle singole combinazioni e sono stati tracciati gli istogrammi rappresentanti le frequenze relative alle due zone A e B. Dall'esame e dal confronto di questi istogrammi riteniamo di poter concludere che i risultati dell'indagine sembrano confermare l'ipotesi dell'unità della specie. La variabilità che si osserva farebbe pensare più a vari e propri ecotipi che non a specie e varietà sistematicamente separabili. Difatti mentre nella zona A (boscaglie e savane intertropicali) si rileva una nettissima prevalenza delle forme a consistenza coriacea ed apice arrotondato, nella B (foresta pluviale) dominano quelle a consistenza flaccida ed apice acuminato. Inoltre il carattere apice acuminato è prevalente nella zona B e prevale anche nella A non appena la consistenza varia verso la subcoriacea e la flaccida.
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