The Marausa Wreck, Sicily: interim report on a boat built in the Western Imperial Roman tradition
2016; Taylor & Francis; Volume: 45; Issue: 2 Linguagem: Italiano
10.1111/1095-9270.12189
ISSN1095-9270
AutoresFrancesco Tiboni, Sebastiano Tusa,
Tópico(s)Law, logistics, and international trade
ResumoIn 1991, the wreck of a late 3rd–early 4th century AD Roman merchant vessel was discovered on the west coast of Sicily that had carried North African amphora, tubuli, and other ceramics. The hull was dismantled and raised in 2011, including a keel hook-scarfed to stem and sternposts, 39 pegged mortise-and-tenon joined planks, 43 frames with an irregular pattern of floor-timbers, half-timbers, and futtocks fastened to the planking with treenails and copper nails, sister-keelsons and evidence of two stringers, 36 ceiling strakes, and the base of a bilge pump. Many repairs are indicated. The fairly flat bottom and round bilges, mortise-and-tenons, sister-keelsons and lack of a coherent framing pattern, place the boat in the Western Imperial tradition. En 1991 fue descubierto en la costa occidental de Sicilia el pecio de un mercante romano del siglo III o IV temprano d.C que transportaba ánforas norafricanas, tubuli y otras cerámicas. El casco fue desmantelado y recuperado en 2011, incluida la quilla, la roda y el codaste sujetos a la primera con escarpe doble, 39 tablas con uniones de mortaja y lengüeta fijadas con clavijas, 43 cuadernas con un patrón irregular de varengas, medias varengas y genoles sujetos a las tablas con cabillas y clavos de cobre, sobrequillas laterales y evidencia de dos palmejares, 36 tablas de forro interior y la base de una bomba de achique de la sentina. Presenta varias reparaciones. El fondo bastante plano y los pantoques redondos, las mortajas y lengüetas, las sobrequillas laterales y la ausencia de un patrón coherente en las cuadernas, sitúan al barco en la tradición imperial romana de occidente. Traducción: Ricardo Borrero (with the support of the Honor Frost Foundation) Nel 1991, il relitto di un’oneraria romana venne scoperto da due subacquei sportivi sulla costa occidentale della Sicilia, a breve distanza da Trapani. Affondata verosimilmente tra la fine del III e l’inizio del IV secolo d.C., l’imbarcazione trasportava Anfore Africane, alcuni tubuli ed altri reperti. Indagato e smantellato nel 2011, lo scafo è stato infine rimosso e sottoposto a restauro conservativo. Le operazioni condotte sul campo hanno permesso di recuperare la chiglia, ancora in connessione con le terminazioni di prua e poppa grazie a due incastri del tipo a dardo di Giove, 39 tavole di fasciame esterno a mortase e tenoni, 43 ordinate non portanti, tra cui madieri passanti, mezzi madieri e staminali, tutti connessi allo scafo per mezzo di chiodi metallici e caviglie lignee, due paramezzalini, la base di una pompa di sentina, e almeno 36 tavole di fasciame interno. L’analisi della sezione maestra, a fondo appiattito e con ginocchio arrotondato, l’utilizzo del sistema a mortase e tenoni, la presenza dei due paramezzalini e dell’ossatura non portante consentono di considerare lo scafo di Marausa un esempio della costruzione navale di tradizione Romana Imperiale d’Occidente.
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