Madonna Sistina - Heidegger e la carità dell’immagine Iconografia mariana tra Occidente e Oriente

2017; Brepols; Volume: 10; Linguagem: Italiano

10.1484/j.ikon.4.2017018

ISSN

2507-041X

Autores

Yvonne Dohna Schlobitten,

Tópico(s)

Italian Literature and Culture

Resumo

La Madonna Sistina di Raffaello è un esempio paradigmatico per riflettere sul valore religioso dell‘immagine, quale dimensione che non appartiene alla mera rappresentazione, bensi ad un’immagine che acquista significato nello spazio e nel tempo liturgico. Il carattere epifanico e il significato escatologico che troviamo nella pittura di Raffaello indicano che la Madonna Sistina è un‘immagine che ha la caratteristica di un‘icona, anche se è stata progettata secondo i modi dell‘arte occidentale. L‘Oriente ha mantenuto una concezione dell‘arte ierofanica, secondo la quale l‘icona è la riproduzione di un modello archetipico, garantito dalla immutabilità e dalla fissità del gesto artistico, escludendo quindi la creatività soggettiva dell‘artista, che è accusato ridurre Dio a rappresentazione umana, senza mantenere la differenza necessaria all’accadere della rivelazione. Al contrario, l‘arte occidentale ha accettato il tema religioso come soggetto della libera immaginazione dell‘artista e delle sue infinite possibilità di variazione. Tuttavia, la Madonna Sistina rappresenta un evento originale che può mostrare una via diversa al di là di queste opposizioni. L’immagine come finestra ed i riferimenti che il dipinto mantiene con l‘edificio (riproduce l’immagine di una finestra in cui la Madonna col Bambino appaiono. In fondo un parapetto è mostrato con una tenda, e notiamo l‘espressione del bambino, che non può essere spiegata senza riferimento al crocifisso di fuori del dipinto) mettono la rappresentazione artistica di Raffaello in continuità con lo spazio sacro, cioè la chiesa in cui è inserito. Ciò avviene in armonia con l’azione liturgica quale „forma“ dell’esperienza religiosa, allineandosi in ciò alle posizioni della Sacrosanctum Concilium relative all’importanza dell‘arte non come mera decorazione, ma come parte della celebrazione liturgica. Questo carattere liturgico mette in evidenza la funzione iconica della pittura di Raffaello, la quale di fatto è considerata un‘immagine sacra, anche dagli ortodossi. M. Heidegger ha notato che la Madonna Sistina è indissolubilmente legata alla chiesa dove era stata situata: „La Madonna Sistina - scrive - appartiene a quella chiesa unica a Piacenza, non in senso storico-antiquario, ma secondo l’essenza dell‘immagine (Bildwesen).“ La fenomenologia di Heidegger dà piena prova del carattere che descriviamo come il carattere di manifestazione del dipinto, e questo aspetto si riferisce ad una certa Bildwesen (quindi non semplicemente al contenuto dell‘immagine) brillantemente espressa nel dipinto di Raffaello. La finestra diventa così un luogo che si mostra, in tutta la sua eterotopia, come luogo dell’apparizione; l’eterotopia che caratterizza il luogo dell‘esperienza religiosa. In questo senso si può dire che il dipinto appare come una finestra in quanto manifestazione di un evento. Quindi non è solo un simbolo, ma in se stessa transustanziazione, vale a dire la presenza del mistero celebrato, l‘evento celebrato nell‘Eucaristia.

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