La lingua greca e il ruolo dell’Antico nell’opera di Carlo Michelstaedter
2017; UMR ESPACE et UMR LISST; Issue: 33 Linguagem: Italiano
10.4000/kentron.1056
ISSN2264-1459
AutoresAlessandro Miorelli, Federico Premi,
Tópico(s)Historical Linguistics and Language Studies
ResumoPer una rinascita e un rinnovamento della retorica in Italia, il saggio propone di ripartire proprio da uno degli autori che a inizio Novecento sembra averne decretato la morte: Carlo Michelstaedter. A ben guardare, però, si scopre che il percorso filosofico del Goriziano su retorica e persuasione non è una mera pars destruens contro gli stanchi saperi stereotipati della tradizione, ma propone una rivitalizzazione del pensiero tramite un linguaggio rinnovato, capace di dire la vita attraverso una persuasione che nasce dalla grecità. L'originalità de La persuasione e la rettorica, tesi di laurea mai presentata dall'autore morto suicida nel 1910, sta nella costruzione di una lingua osmotica fatta di italiano con innesti in lingua greca (talvolta anche tedesca) che plasmano nessi sintattici e semantici inediti. In Michelstaedter il greco diventa lingua della ricomposizione del frammento di una modernità deflagrata; diventa lingua nuova e possibile, o meglio nuovo modo per dire l'antico, quell'antico che parla ancora nel presente, e che al presente serve per riconoscersi. Quindi l'utilizzo del greco non ha solo funzione di «citazione», di appoggio o cosmesi, ma si presenta come l'unica forma possibile per dire qualcosa che altrimenti risulterebbe indicibile.
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