Latinità, modernità e fascismo nei dibattiti artistici degli anni Venti
2017; Modern and Contemporary Mediterranean Center (CMMC); Issue: 95 Linguagem: Italiano
10.4000/cdlm.8908
ISSN1773-0201
Autores Tópico(s)Italian Fascism and Post-war Society
ResumoIl saggio analizza alcuni esempi delle forme assunte dal dibattito sul rapporto fascismo-latinità nei dibattiti artistici degli anni Venti, con particolare riferimento alle interpretazioni del rapporto classicità-modernità in ambito post-avanguardistico e in relazione alla creazione di una cultura di regime. Riconducendo le radici del richiamo al classico ai dibattiti artistici degli inizi del Novecento e analizzando gli scritti critici di artisti e intellettuali, quali Ardengo Soffici e Margherita Sarfatti, nonché i contributi al dibattito sull'arte fascista promosso da Bottai sulle pagine di Critica fascista fra il 1926 e il 1927, ci si propone di analizzare il percorso ideologico dei concetti di « classicismo », « classicità », « latinità », « mediterraneità » e la loro politicizzazione all'interno della cultura fascista, fra identità, nazione e ideologia. Il dibattito su latinità e fascismo nelle arti fugurative in ambito post-avanguardistico e modernista viene interpretato come portavoce di un senso del classico che va al di là delle definizioni formali del termine: la latinità viene usata come categoria identitaria nella ricerca di un'essenza artistica nazionale capace di creare un collegamento ideale fra tradizione e modernità. In tale senso, il concetto di classicità, riproposto come latinità e mediterraneità, viene utilizzato per creare un legame inscindibile fra tradizione artistica e nazione, ponendo le basi ideologiche del rapporto fra arte e regime.
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