Michelangelos Jüngstes Gericht und Dantes Commedia
2018; De Gruyter; Volume: 93; Issue: 1 Linguagem: Italiano
10.1515/dante-2018-0003
ISSN2194-4059
Autores Tópico(s)Historical and Religious Studies of Rome
ResumoRiassunto Già i contemporanei erano convinti che Michelangelo, il »gran dantista«, si fosse ispirato alla Commedia nel concepire alcuni momenti essenziali del suo Giudizio Universale della Cappella Sistina (1536–1541). Nell’Ottocento, il rapporto Dante-Michelangelo venne poi interpretato come una sorta di unione parentale e spirituale tra due grandi genî. Nel primo Novecento, infine, si tentò di ricorrere a Dante per risolvere tutte le questioni iconografiche aperte del Giudizio Universale – un tentativo destinato a fallire. Oggi si è tuttavia più cauti nel giudicare i riferimenti danteschi di Michelangelo. Attraverso un’analisi accurata di diversi particolari del grande affresco romano, questo contributo illustra come Michelangelo citi e allo stesso tempo trasformi dei personaggi concreti dell’ Inferno dantesco – e in particolare le figure di Caronte e di Minosse, che nel Giudizio vengono collocati alle soglie dell’antro infernale. L’autore affronta anche la complessa questione di cosa volesse rivendicare Michelangelo per la propria gigantesca opera escatologica, attraverso questo puntuale, ed evidentissimo, tributo a Dante.
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