Artigo Revisado por pares

Tragico controvoglia

2005; Volume: 117; Issue: 2 Linguagem: Italiano

10.3406/mefr.2005.10465

ISSN

1724-2142

Autores

Mario Isnenghi,

Tópico(s)

Historical and Environmental Studies

Resumo

Un marchio collettivo degli Italiani è stato e rimane il difettare di autocoscienza tragica, per cui i personaggi e gli avvenimenti pur intrinsecamente tragici che fondano l’Italia – da Giuseppe Mazzini allo scontro del 1862 in Aspromonte fra i Garibaldini e le truppe regolari del neonato Regno d’Italia – restano in un limbo. Partendo da questo presupposto, si esaminano tre modalità dell’eroico nel corso del Novecento. La complessa e per tutti difficile e scomoda figura di Cesare Battisti, doppiamente ‘traditore’, dell’Impero austro-ungarico e dell’Internazionale, come deputato socialista di Trento, la città-simbolo dell’idea liberal-democratica della guerra. L’Impresa di Fiume, con al centro la figura del Poeta-Vate, Gabriele d’Annunzio, che fra 1919 e ’20 calamita nella città istriana contesa fra Italiani e Slavi un buon numero di militari regolari ammutinati e di giovanissimi volontari : eventi, rappresentazione e narrazione degli eventi in diretta, con un cronista e aedo d’eccezione, sino al ‘ Natale di Sangue’ quando il Governo italiano seda il movimento fiumano con la forza. Il terzo paragrafo delinea una tipologia dei «Martiri della Rivoluzione fascista» , così come vengono selezionati e profilati nella grande e analitica messa in posa ufficiale della «Storia della Rivoluzione fascista» , allestita dal gerarca G. A. Chiurco (1929). Fra legalità violata, autolegittimazioni nazionali e violenza eversiva, congiuntamente, nel nome della Rivoluzione e dell’Ordine, si vuol mostrare come, anche in questa terza modalità dell’eroico, persista sotto traccia la remora del ‘tragico controvoglia’.

Referência(s)