Artigo Acesso aberto Revisado por pares

For a necessary change

2022; Firenze University Press; Linguagem: Italiano

10.36253/techne-12915

ISSN

2240-7391

Autores

Elena Mussinelli, Fabrizio Schiaffonati, Maria Chiara Torricelli,

Resumo

NECESSARIOIl Dossier propone un inquadramento critico e propositivo dei temi lanciati dalla Call "Dentro la policrisi.Il necessario possibile" circa l'urgenza di individuare possibili linee di azione per fuoriuscire da una "condizione di policrisi persistente e strutturale".Tre i macro-ambiti prioritari di intervento -la transizione eco-sociale di città e territori, la questione dell'abitare, la riconversione eco-sistemica delle costruzioni -che chiamano in causa le competenze di quanti operano per la rigenerazione dell'ambiente costruito.Per superare approcci emergenziali o congiunturali, con ricerche e progetti "necessari e possibili", oltre le risposte mainstream o formalistiche che pure sono spesso promosse dai media e talvolta anche in ambito scientifico.Per l'ampiezza e la radicalità dei suoi impatti, la pandemia è stata da più parti individuata come un segnale per una svolta epocale, per un diffuso e radicale cambiamento dei modi di agire individuali e collettivi.Ma la condizione di crisi drammaticamente accentuata dall'ondata pandemica non sembra aver ancora trovato risposte adeguate né sul fronte sanitario né su quello delle grandi criticità ambientali e socioeconomiche che da decenni connotano il territorio italiano.Forte è il timore che, superata l'emergenza, si assista a un rapido ritorno al business as usual.La gravità della situazione è ulteriormente accentuata dalla guerra in Ucraina che, oltre a porre problemi geopolitici epocali anche di ordine etico, rende palese la dipendenza del Paese dal punto di vista energetico e non solo, evidenziando la mancanza di politiche strategiche.Questione non semplicemente riferibile ad un problema di mercato, ma da ricondurre a una complessiva revisione dello sfruttamento delle risorse territoriali e del modello di sviluppo.Cambiamento climatico, crisi energetica, migrazioni, squilibri e degrado ambientale sono chiari indicatori di un fallimento.Un allarme lanciato cinquant'anni fa dagli studiosi del MIT per il Club di Roma, con il report sui limiti ecologici dello sviluppo derivanti dalla finitezza delle risorse e dalle ridotte capacità dell'ecosistema Terra di assorbire l'impatto antropico.Gli incrementi della popolazione, 1 della produzione industriale, dei consumi di risorse non rinnovabili e delle emissioni inquinanti e climalteranti, e il deterioramento degli habitat sono continuati per questi cinquant'anni, con effetti ampiamente registrati dalla comunità scientifica internazionale ai quali non sono corrisposte adeguate azioni di contrasto a livello politico e sociale.È necessario ora un deciso cambiamento e la crisi geopolitica aperta dalla guerra in Ucraina non può costituire giustificazione per abbandonare la strada del cambiamento.Più difficile in Italia per il persistere di criticità croniche, dall'instabilità politico-amministrativa alle mancate o ineffettuali riforme (amministrativa, burocratica, fiscale, della giustizia, urbanistica, dei lavori pubblici, dell'istruzione).Già da tempo si è misurata la grande difficoltà nell'impiegare le risorse già disponibili (residui passivi), con un'inefficienza di politiche e apparati pubblici che si riflette su costi, tempi e qualità delle opere e dei servizi.Il premier Mario Draghi ha più volte ribadito che la sfida del PNRR non si risolve dentro le sole opportunità economiche, ma soprattutto nella capacità di programmare e attuare le cosiddette riforme "abilitanti".Tante dunque le ragioni delle crisi e molte le possibili terapie per un cambiamento strutturale, nei metodi, nei modelli organizzativi, nei processi attuativi, pur con le incertezze e i rischi

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