Il viaggio di Beatrice
2022; Johns Hopkins University Press; Volume: 137; Issue: 1 Linguagem: Italiano
10.1353/mln.2022.0001
ISSN1080-6598
Autores Tópico(s)Italian Literature and Culture
ResumoIl viaggio di Beatrice Erminia Ardissino (bio) È ben noto che le due proposte di Charles Singleton An Essay on the Vita Nuova del 1949 e Journey to Beatrice del 1958 hanno rivoluzionato l'approccio critico alla poesia di Dante Alighieri, fornendo una lettura teologica già del libello giovanile e chiarendo il ruolo di Beatrice nel poema anche in funzione del lettore.1 Non solo lo studioso americano, che nei suoi primi passi era stato anche filologo, si allontana decisamente dall'indirizzo crociano dominante in quegli anni per gli studi danteschi ma riavvicina anche tutta la poesia di Dante alla sua radice biblica e alla spiritualità medievale, riconoscendo soprattutto all'amore e alla donna amata un ruolo funzionale a tali premesse.2 Ovviamente queste radici erano state considerate dall'esegesi nel corso dei secoli ed erano state oggetto anche di specifici studi della scuola storica; tuttavia Singleton fa interagire la poesia di Dante con le strutture di pensiero non tanto per individuare delle fonti ma per illuminare la poesia stessa—dunque, tutte le forme ad essa pertinenti—e per sottolineare il coinvolgimento del lettore attuato dal poeta, in linea con quanto dichiarato nell'epistola a Cangrande, che pone l'obiettivo [End Page 12] parenetico come primario nella scrittura del poema in funzione di una directio voluntatis del lettore. Prima di Singleton solo Erich Auerbach aveva colto con altrettanta novità il nesso tra cultura biblica e poesia in Dante, riconoscendo nel sermo humilis biblico il modello del plurilinguismo dantesco e delle opzioni retoriche del poema, modellando su tale nesso il suo approccio critico.3 Dagli studi di Singleton la figura di Beatrice esce dunque rinnovata e rinnovata ne esce anche la funzione dell'amore per lei. Anzitutto Beatrice è identificata presto dal critico americano con la carità ed è posto assolutamente in primo piano il dato poetico che fa della donna l'analogia di Cristo (sulla base del colore dei suoi abiti e delle parole a lei rivolte alla sua ricomparsa). Inoltre, il critico pone il centro ideale del poema nell'apparizione della donna nel paradiso terrestre, in cima al purgatorio, quando non solo si ricongiunge al poeta amante ma lo giudica e lo dispone a "salire a le stelle," ovvero si pone come guida o seconda luce per la seconda conversione che il viator sperimenta—la conversione che innalza a Dio. Singleton sottolinea la funzione della donna come grazia illuminante che porta il viator dallo stato di innocenza, cui l'ha condotto Virgilio, alla conoscenza della beatitudine, ovvero del lumen gloriae attraverso la grazia santificante.4 Bernardo poi completerà il percorso guidandolo alla visio Dei. In considerazione di queste riflessioni sulla funzione di Beatrice, che sono state estremamente importanti nella storia della critica dantesca del Novecento, perché danno unitarietà a tutta la scrittura di Dante, dall'"Incipit vita nova" fino al volgersi del "disio" e del "velle" "come rota ch'igualmente è mossa" da "l'amor che move il sole e l'altre stelle," vorrei procedere a qualche riconsiderazione su Beatrice ma focalizzata su di lei, come appare nel poema, e non solo in funzione del suo ruolo di guida o di donna amata o di figura della grazia e della teologia.5 Il viaggio di Beatrice che qui intendo studiare è proprio il suo viaggio accanto al viator, quel viaggio che la porta a risalire i cieli, dopo aver lasciato il suo scranno nella "candida rosa" dei beati, dove siede con "l'antica Rachele" (Inf. 2.102), viaggio di cui si danno nel poema non solo i passaggi ma anche le conseguenze o gli effetti su di lei, che, essendo oramai nell'eternità, dovrebbe aver raggiunto la perfezione. Beatrice non compie solo il viaggio celestiale con il viator: si sa che scende agli inferi inviata da Lucia, che a sua volta è stata mossa da Maria Vergine, per soccorrere "colui che l'amò tanto" da uscire per [End Page 13] lei "de la volgare schiera" (Inf. 2.105) e ora è impedito nella "diserta piaggia." Per lui parla a Virgilio, gli indica il da farsi e poi ritorna evidentemente sul suo scranno della "candida rosa" con le altre donne, in attesa che il pellegrino e Virgilio raggiungano l'Eden (oppure raggiunge direttamente la cima del purgatorio...
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