Artigo Revisado por pares

Panegírico per l’imperatore Anastasio di Procopio di Gaza

2008; University of California Press; Volume: 26; Issue: 1 Linguagem: Italiano

10.1353/rht.2008.0025

ISSN

1533-8541

Autores

Mario Lamagna,

Tópico(s)

Historical, Religious, and Philosophical Studies

Resumo

90 RHETORICA studioso in visita alla Turchia contemporánea, una sensazione che conduce, dopo un iniziale sconforto per la constatazione di come la memoria classica risulti sommersa da un magma urbanístico e paesaggistico in buona parte "altro" , ad uno sguardo nuovo e più rispettoso: «E finalmente si incomincia a comprendere 1'Anatolia di oggi e a leggervi senza disagio il segno di quella di ieri, provando a riconoscere, nello studio e nella concretezza della 'au­ topsia', l·unitario intreccio di ellenismo e romanità proprio delle grandi e piccole città d'Asia (p. 349)». Lorenzo Miletti University degli Studi di Napoli Federico II Procopio di Gaza, Panegírico per l'imperatore Anastasio. Introduzione, testo critico, traduzione e commentario a cura di Giuseppina Matino (Napoli: Quaderni dell'Accademia Pontaniana 41, 2005), 140 pp. Quello di Procopio di Gaza per l'imperatore Anastasio è un testo esemplare fra i panegirici di etá tardoantica. Sospeso, come in genere tutta l'oratoria pubblica di questo particolare periodo storico, fra l'esigenza di educare l'uditorio e la nécessité di celebrare l'ideologia impériale, questo discorso da un lato applica rigorosamente le norme prescritte da Menandro retore in materia, dall'altro diventa, per il suo alto livello letterario, esso stesso modello di stile per gli oratori successivi. Giuseppina Matino (M.), nota specialista della lingua greca di età impé­ riale e tardoantica, propone ora una nuova edizione commentata del Pane­ gírico. Naturalmente la prosa d'arte di questo periodo si presta ad essere indagata soprattutto su due versanti: quello dell'ideologia impériale e quello storico-linguistico. M. assolve ad entrambi i compiti con il consueto rigore metodológico che ne contraddistingue gli studi (mi sia permesso qui citare al­ meno Lingua e pubblico nel tardo antico, Napoli 1986, che col tempo è diventato un vero e proprio piccolo classico del settore). NelYIntroduzione (pp. 13-37), dopo una breve presentazione generale della vita e le opere di Procopio di Gaza, M. passa a presentare il Panegírico: osserva come il pensiero filosófico e politico dello scrittore, pur influenzato fortemente dal neoplatonismo alessandrino, riveli un «sincretismo filosófico tra elementi platonici, stoici, peripatetici e cristiani» (p. 18). Punto focale dell'orazione, da un punto di vista ideológico, è la concezione dell'ideologia impériale: Procopio ne sviluppa in particolare alcune caratteristiche tradizionali , come quelle della φιλανθρωπία dell'imperatore, del suo disprezzo per le ricchezze ed il potere, della sua temperanza e castità. Tutti terni che, pur importanti nella morale cristiana, erano ben presentí nell'etica dei grandi filosofi classici, e permettevano cosí al cristiano Procopio di mettere da parte la propria formazione religiosa al momento di affrontare un genere retorico Reviews 91 impregnato di classicità pagana come quello del panegírico. Salta all'occhio 1 assenza assoluta di citazioni dalle sacre scritture nel nostro testo. M. tratta poi un altro aspetto delicato dell'ideologia impériale che tra­ spare dall'orazione: il rapporto fra Legge e Imperatore. Esso era stato oggetto di serrati dibattiti nel corso del IV secolo, fra chi, come Temistio, identificava la Legge con l'Imperatore, cui tutto è permesso, e retori come Libanio che consideravano il sovrano sottoposto alia Legge. Come dimostra con­ vincentemente M., Procopio supera questa dicotomía con la sua visione dell'Imperatore come «legge vívente»: il suo potere «non puo essere pensato se non in maniera consona alia Legge, ma esso non è al di sopra della Legge» (p. 30). Infine, la circostanza per cui Anastasio non era salito al trono per diritto ereditario permette al retore di sottolineare come per la sua elezione fosse stato necessario l'accordo di piú forze (popolo, esercito, senato), avvenuto sotto la guida di Dio. Vengono preséntate quindi la struttura dell'orazione, l'occasione della sua declamazione in pubblico (l'arrivo a Gaza di un'effige ufficiale dell'imperatore ), e la questione della datazione del testo. M. ripercorre con equilibrio le proposte di datazione avanzate finora per poi suggerire prudentemente un arco temporale fra il 501 e il 506, anno in cui Anastasio riprese la lotta ai Calcedoniani, un avvenimento che appare difficilmente compatibile col quadro pacifico della regione presentato da Procopio. L'analisi della lingua e dello stile dell'autore è precisa...

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