Il velo delle parole. L’eufemismo nella lingua e nella storia dei Greci di Menico Caroli
2020; University of California Press; Volume: 38; Issue: 3 Linguagem: Italiano
10.1353/rht.2020.0012
ISSN1533-8541
Autores Tópico(s)Byzantine Studies and History
ResumoBook Reviews Menico Caroli, Il velo delle parole. L'eufemismo nella lingua e nella storia dei Greet. Bari: Levante editori, 2017, 464 pp. ISBN 9788879496766 Parlare di eufemismi a proposito di alcuni autori della letteratura greca, come per esempio Aristofane, potrebbe sembrare un paradosso: come sa bene chi ha preso almeno una volta in mano il mitico saggio di Jeffrey Henderson dedicato alia 'musa maculata',1 Aristofane, e con lui tutti i poeti comici delYarchaia, diceva pane al pane e vino al vino. Eppure non sempre, tra un termine schiettamente osceno e il suo equivalente piu o meno pudico, chi scriveva commedie (o si dedicava ad altri generi letterari che, in modo analogo, non disprezzavano il greco non politically correct, come per esem pio il giambo o l'epigramma) sceglieva il primo. Lo dimostrano i numerosissimi esempi raccolti da Menico Caroli (d'ora in avanti C.) nel suo bellissimo libro II velo delle parole, dedicato al ruolo dell 'eufemismo nella lingua e nella cultura greca (ma con continui sconfinamenti nel mondo romano), nato da una tesi di laurea in Grammatica greca seguita da Francesco De Martino e discussa alEUniversita di Bari. C., che oggi insegna lingua e letteratura greca alEUniversita di Foggia, ha dedicato alia commedia la parte piu cospicua del suo voluminoso saggio (che, se si contano anche le died illustrazioni inserite in fondo al volume, sfiora le cinquecento pagine). L'ultimo capitolo, intitolato L'eufemismo e il comune senso del pudore, discute a lungo dei tentativi (nel complesso, peraltro, assai poco riusciti) di evitare, quando era possibile, il ricorso all'aischrologhia nelle tante scene comiche che riproducevano situazioni francamente oscene. Prima di Aristofane e dei suoi sodali, perd, C. ha affrontato anche altri autori (o meglio, altri ambiti semantici e culturali), dove l'eufemismo ha sem pre giocato un ruolo di primo piano. Nella seconda parte del libro, intitolata Lessico degli eufemismi greci, egli attraversa con sicurezza mondi differenti, passando dalla religione alia filosofia, dalla giurisprudenza alia storia, dalla politica al teatro, utilizzando come base documentaria non solo le testimonianze letterarie, ma anche quelle epigrafiche e papirologiche, che sono state spesso escluse dall'indagine dei linguisti. :J. Henderson, The Maculate Muse. Obscene Language in Attic Comedy (New Haven-London 19751; New York-Oxford 19912). Rhetorica, Vol. XXXVTH, Issue 3, pp. 321-332. ISSN: 0734-8584, electronic ISSN: 15338541 . © 2020 by The International Society for the History of Rhetoric. All rights reserved. Please direct all requests for permission to photocopy or reproduce article content through the University of California Press's Reprints and Permissions web page, http://www. ucpress.edu/journals.php?p=reprints. DOI: https://doi.org/10.1525/rh.2019.38.3.j>21 322 RHETORICA Una posizione particolare occupano i capitoli che aprono la sezione: L’eufemismo e le tenebre della superstizione e "Non abbellirmi la morte''. In questi due capitoli, dedicati alia modalita dell'interdizione magico-religiosa, C. affronta i temi legati al destino dell'uomo e, in particolare, alia morte (quel concetto che, molto piu degli altri, gli antichi - cosi come fanno anche i modemi - cercavano di velare grazie alia tecnica deU'eufemismo). A dimostrazione dell'ampiezza e della profondita della sua indagine c'e inoltre il fatto che, tra i tanti autori vagliati da C., ci sono anche figure secondarie , come per esempio la misteriosa Filenide, la scrittrice di Samo vissuta tra il IV e il III secolo a.C., alia quale si deve il piu antico manuale erotico della civilta occidental, conservato in modo purtroppo estremamente frammentario da un papiro ossirinchita,2 i cui pochi resti vengono discussi nel capitolo La permuta eufemistica del difetto, dedicato al "lessico dei vizi e dei difetti, di natura e di comportamento". Un altro autore poco noto e Damascio di Damasco, ultimo scolarca dell'Accademia filosofica di Atene, che tra il V e il VI secolo d.C. scrisse l'opera Sulla vita del filosofo Isidoro, a noi nota grazie alia 'recensione' che ne fece il patriarca Fozio nella sua Biblioteca-. nello stesso capitolo, C. ricorda come, secondo il suo biografo, Damascio rifiutasse sdegnoso tutti quegli accorgimenti linguistici che permettevano di ridimensionare i difetti e le debolezze degli altri, smascherando quindi la pericolosa vicinanza tra l...
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