Alexandre le Grand. Les risques du pouvoir, Textes philosophiques et rhétoriques éd. par Laurent Pernot
2014; University of California Press; Volume: 32; Issue: 3 Linguagem: Italiano
10.1353/rht.2014.0032
ISSN1533-8541
Autores Tópico(s)Historical and Literary Studies
Resumo314 RHETORICA cause Reid zzlook[s] askew at existing disciplinary histories" to reassemble the sometimes disparate people, texts, and institutions that comprised Parlia ment's rhetorical culture (Hawhee and Olson, "Pan-Historiography, p. 96). He recognizes multiple eighteenth-century disciplines at play in the print circulation of Parliament and enlists several contemporary disciplines to in terpret archives that complicate the purview of traditional scholarship about Parliament. In addition to history and rhetorical theory, Reid draws upon his background as a scholar of eighteenth-century literature, discussing, for instance, how Cowper, Samuel Johnson, and William Hazlitt criticized par liamentary oratory Complementing Matthew Bevis's study of nineteenthcentury literature and rhetoric, he shows "how the permeable boundaries between speech and print were related to those between politics and liter ature" because print media encouraged readers to imaginatively reconstruct parliamentary speech (Bevis, The Art of Eloquence, 2007, p. 23). Like Cow per liberating the "imprison'd wranglers," Reid gives voice to the variety of rhetorical activities surrounding the eighteenth-century Commons. With copious archival evidence and thoughtful deployment of recent historio graphic approaches, he sheds new light on the rhetorical practices of the eighteenth-century Parliament and its constituents. Katie S. Homar University ofPittsburgh Laurent Pernot (ed., trans., comm.), Alexandre le Grand. Les risques du pouvoir, Textes philosophiques et rhétoriques, Paris: Les Belles Lettres, 2013, XXIII + 242 pp., ISBN: 978-2-251-33967-2. Se fu il grande teatro ateniese del V secolo a. C. a mettere per primo al centro della scena la duplice veste della figura del monarca, sempre in bilico fra regalità e tirannide, fu uno storico del IV secolo, Teopompo, a far risaltare le luci e le ombre che si riverberavano da un personaggio storico, l'ingombrante padre di Alessandro, Filippo II di Macedonia, dando cosí vita a una nuova impostazione storiografica (cfr. L. Canfora, in C. Franco, Vita di Alessandro il Macedone, Palermo 2001, pp. 11-12). Sarebbe stato pero il figlio, il grande conquistatore del mondo, a prestarsi, piú di ogni altro, a un grandioso sviluppo di questa idea della compresenza di bene e male (peraltro connaturata alia visione greca delle cose fin da Hes. Op. 179): e quegli storici che ne raccontarono vita e imprese, e che eccellevano anche come scrittori (si pensi a Curzio Rufo), fecero di lui un ritratto, di perdurante influenza, caratterizzato da potenti chiaroscuri. Alessandro divenne cosí un paradigma del potere, e del suo buono o cattivo uso, soprattutto nei lunghi secoli in cui un potere supremo vi fu, incarnato da un imperatore, di volta in volta migliore o peggiore di chi l'aveva preceduto sul trono. Reviews 315 Nell originale scelta di testi greci e latini, di età impériale, che costituiscono il corpus di questo suggestivo piccolo libro dal titolo molto signifi cativo (Les risques du pouvoir), Laurent Pernot (LP) raccoglie e antologizza autori (Seneca padre, Dione di Prusa, Luciano; estratti di «une foule de déclamateurs grecs et latins, célèbres ou anonymes» ) che «se situent sur un double registre, celui de la philosophie et de la rhétorique à la fois» (p. XI-XII), e che hanno scritto di Alessandro Magno senza essere né storici né biografi. Apre il volumetto una breve premessa generale (Avant-propos) sui principi che hanno informato la selezione degli autori e dei testi e sul filo conduttore che idealmente li unisce (pp. IX-XVIII); la corredano alcuni ausili pratici per il lettore (un prospetto cronológico délia storia délia Macedonia fino alla morte di Alessandro e una cartina, ridotta all'essenziale, dell'itinerario délia sua grande spedizione in Asia). A ogni testo antico riportato, in una traduzione realizzata da LP appositamente per questo volume, viene premessa una Introduction, che dà notizie sull'autore e sul testo prescelto. Seguono due appendici su terni alquanto specialistici (pp. 163-170: I. La théorie des trois "dénions"; II. La fin énigmatique du quatrième Discours sur la Royauté) e una abbastanza ricca serie di note di carattere molto vario: sono per lo più informative ed esplicative, ma registrano anche puntualmente citazioni e allusioni presentí nei testi; non mancano, in taluni casi, quelle di carattere più specificamente filológico. Chiudono Popera una...
Referência(s)