Artigo Revisado por pares

La carta veloce. Figure, temi e politiche del giornalismo italiano dell'Ottocento

2022; American Association of Teachers of Italian; Volume: 99; Issue: 3 Linguagem: Italiano

10.5406/23256672.99.3.12

ISSN

2325-6672

Autores

Marguerite Bordry,

Tópico(s)

Diverse academic and cultural studies

Resumo

La carta veloce. Figure, temi e politiche del giornalismo italiano dell'Ottocento, curato da Morena Corradi, professoressa associata presso il Queen's College e il Graduate Center della City University of New York, e Silvia Valisa, professoressa associata presso la Florida State University, affronta il mondo dei periodici e del giornalismo italiano dell'Ottocento.È nel corso di questo secolo che il mondo della stampa conosce una vera rivoluzione, con il moltiplicarsi dei periodici, accanto ai quali nasce una figura nuova, quella del giornalista professionale, mentre cresce sempre più il pubblico dei lettori—e delle lettrici. Come ricorda Alessandro Palidda: “già nel 1848 il noto foglio anti-austriaco “Lo Spirito folletto” [. . .] commentava ironicamente come si sentisse il bisogno di un periodico, da intitolarsi “Il Giornale dei Giornali”, solamente per registrare i nomi di tutti i periodici nati, esistenti o deceduti negli stati italiani” (136).Il libro, nato da due proficui panel dedicati al giornalismo italiano nell'Ottocento in occasione del convegno AAIS 2018, come spiegano Corradi e Valisa nell'introduzione, segue un ordine cronologico e si apre col saggio di Loredana Palma dedicato all'esperienza di Vincenzo Torelli, in una Napoli Borbonica la cui vita culturale, lungi dalla “decadenza” (23) lamentata da De Sanctis e poi da Croce, era particolarmente intensa. Con un salto in avanti che trasporta il lettore nel ventunesimo secolo, il volume si conclude col saggio di Silvia Valisa, che verte sui progetti di digitalizzazione di periodici ottocenteschi, i quali aprono nuove prospettive di ricerca su un campo di studio, anch'esso in pieno rinnovamento.All'insegna dei Periodical Studies, le curatrici considerano i periodici come “oggetti autonomi di studio [. . .] in una prospettiva interdisciplinare e intermediale” (12). In effetti, la ricchezza del libro sta nel taglio decisamente interdisciplinare, che offre al lettore un panorama a tutto campo del giornalismo ottocentesco, pur mettendo in luce figure poco note o dimenticate. Va inoltre sottolineato che alcune testate analizzate nel volume, come “La Frusta” o “Il Giornale della Società del Quartetto di Milano”, non erano finora mai state studiate in ambito accademico. La varietà degli argomenti trattati è dunque decisamente uno dei pregi di questo libro, che si concentra sia su singole figure come Filippo Turati o Antonio Picozzi, che su varie testate (“L'uomo di Pietra”, “Il Corriere delle Donne” o “Il Pungolo”), ma anche su singole rubriche, come i cinquantasei articoli del Bilancio del secolo XIX pubblicati ne “La Vita internazionale”, oggetto del saggio di Sara Boezio.I nove saggi del volume mettono in luce le principali dinamiche di un mondo del giornalismo in fieri, che si apre a contenuti—e a pubblici—nuovi; particolarmente interessante, da questo punto di vista, il saggio di Patrizia Landi dedicato alle riviste femminili e alle riviste umoristiche, che mostra l'originalità del modello milanese nell'ultimo decennio della dominazione austriaca, periodo di solito più trascurato del decennio successivo. Le riviste milanesi, compiono, secondo l'autrice, “una importante rivoluzione culturale-editoriale” (49), essendo le prime a rivolgersi direttamente al pubblico femminile.I vari saggi hanno anche il merito di mostrare l'importanza della dimensione commerciale del mondo dei periodici, dietro ai quali si celano direttori o fondatori che sono anche, a tutti gli effetti, imprenditori di successo: è il caso di Edoardo Sonzogno, il cui ritratto, in una caricatura di Camillo Cima (1865), orna la copertina del libro, figura al centro del saggio di Alessandro Palidda, o ancora di Leone Fortis e Achille Bizzoni, di cui Morena Corradi analizza le rispettive traiettorie. L'importanza della dimensione intermediale è uno dei fenomeni messi in rilievo in più saggi; fondamentali, a questo proposito, il saggio di Maria Antonia Andolini sul “Giornale della Società del Quartetto di Milano”, che contribuisce a far conoscere, in un'Italia dominata dal melodramma, la musica cameristica di Mozart, Bach o Mendelssohn, nonché l'esperienza di Edoardo Sonzogno ne “Il Teatro illustrato”, analizzata dettagliatamente da Alessandra Palidda.I rapporti complessi tra mondo della stampa e potere politico sono un altro elemento degno di nota che emerge dai nove saggi. I periodici hanno un ruolo cruciale nel contesto preunitario, ma anche dopo, nel processo di nation-building del Regno d'Italia. Massimo Castellozzi analizza le denunce di Antonio Picozzi ne “La Frusta” contro la corruzione e la burocrazia nei primi anni dell'Unità, mentre alcune testate si fanno eco delle disillusioni nei confronti dell'esito del processo risorgimentale. Morena Corradi presenta le prese di posizioni espresse da Achille Bizzoni e Leone Fortis ne “Il Gazzettino rosa” e “Il Pungolo” le quali, sebbene il secondo, favorevole alla monarchia, sia più moderato del primo, causano per entrambi i periodici difficoltà con la censura; mentre Maurizio Punzo ricostruisce gli esordi di Filippo Turati alla guida de “La critica sociale”, che mira a dare una voce al socialismo italiano. Se Milano appare quasi inevitabilmente al centro de La carta veloce, si mette anche in rilievo il ruolo di primo piano di Napoli nel primo Ottocento, grazie al saggio di Loredana Palma, mentre viene evidenziata la dimensione transnazionale di alcune figure, come Edoardo Sonzogno.Va infine rilevata l'importanza del legame tra mondo dei periodici e mondo letterario. Tra i numerosi nomi che si incrociano da un saggio all'altro ricorrono quello di Ippolito Nievo, di Francesco Dall'Ongaro, di Cleto Arrighi e di altri esponenti della Scapigliatura, o ancora di Felice Cavallotti, i cui versi erano regolarmente pubblicati ne “La Frusta”, a volte anche in dialetto milanese. Del resto, Cavallotti è uno dei tanti nomi di protagonisti del mondo dei periodici italiani menzionati nel libro, come, ad esempio, Leone Fortis o Edoardo Sonzogno.Uno dei grandi meriti de La carta veloce è quello di ricostruire il mondo dei giornali e delle riviste in tutta la sua vastità e la sua complessità, aprendo la via a nuove analisi, anche grazie a iniziative come il progetto di digitalizzazione de “Il Secolo”, analizzato da Silvia Valisa. Da questo punto di vista, l'elenco dei repositori digitali che conclude il volume invita ad appassionanti nuove ricerche su un campo di studio che permette anche di gettare una luce nuova su uno dei fenomeni cruciali dell'Ottocento italiano.

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