Artigo Acesso aberto

Fare antropologia in contesti patrimonializzati

2022; Volume: 48; Linguagem: Italiano

10.4000/afas.7491

ISSN

1246-7529

Autores

V. Santoro,

Tópico(s)

3D Surveying and Cultural Heritage

Resumo

Nell’anno 2019 la città italiana di Matera è stata Capitale Europea della Cultura. Grazie al riconoscimento ottenuto e alle copiose risorse investite da istituzioni pubbliche ed enti privati è stato possibile ideare e produrre un programma culturale focalizzato da un lato sulla storia locale, le tradizioni e le memorie della città e, dall’altro, sulla internazionalizzazione e la co-creazione delle attività culturali in chiave contemporanea con il coinvolgimento della scena creativa regionale, in aggiunta alla digitalizzazione del patrimonio culturale locale in una modalità open data. A seguito di un accordo con l’Università della Basilicata, nell’ambito del progetto I-DEA, è stata effettuata una ricerca etnografica e patrimoniale, finalizzata in particolare alla raccolta di storie di vita dei vecchi abitanti dei rioni Sassi e relativa al periodo storico della cosiddetta “frattura” che era stata determinata dalla dislocazione di una parte degli abitanti della città dai vecchi e malsani rioni ai nuovi quartieri periferici. La produzione partecipata di un corpus di memorie individuali ha consentito di riflettere criticamente sulle dinamiche di spaesamento e appaesamento, vissute e interiorizzate dagli abitanti che hanno subito gli sgomberi e le riallocazioni. Oltretutto, la polifonia di ricordi collezionati potrebbero costituire il primo nucleo di un archivio partecipato di testimonianze orali, digitale e pubblico, divenendo un ulteriore dispositivo in grado di raccontare un pezzo di storia complesso e doloroso della città. L’articolo intende presentare alcuni esiti dell’esperienza di ricerca, soffermandosi in particolare sulle implicazioni metodologiche emerse durante il fieldwork, sia in relazione all’esperienza pratica di indagine e alle dimensioni etica e relazionale del posizionamento antropologico – data la prossimità con i temi affrontati e la pratica autoetnografica e sostanzialmente at home – sia a proposito della postura adottata, al contempo critica e partecipativa e riguardante l’analisi di processi istituzionali, produzioni discorsive e questioni patrimoniali relative al passato recente della città e tuttora in corso. Inoltre, obiettivo dell’articolo è provare a contribuire al dibattito disciplinare sulle problematiche di natura etico-giuridica relative ad accesso, utilizzo e restituzione di dati e documenti raccolti, co-prodotti e archiviati digitalmente in contesti fortemente sottoposti a pratiche patrimoniali e turistiche. Si tratta di questioni rilevanti che hanno senza dubbio determinato mutamenti nella metodologia applicata e nel setting etnografico, anche in considerazione della necessaria applicazione del recente General Data Protection Regulation.

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