La Clitennestra di Dacia Maraini nel contesto teatrale e femminista: luci e ombre, sogni e deliri intorno alla ricezione del mito
2023; Taylor & Francis; Volume: 78; Issue: 3 Linguagem: Italiano
10.1080/00751634.2023.2225231
ISSN1748-6181
Autores Tópico(s)Italian Fascism and Post-war Society
ResumoABSTRACTIl saggio propone un’indagine intertestuale del dramma I sogni di Clitennestra (1978) di Dacia Maraini, riscrittura originale che mostra il rovesciamento del mito a partire dalla figura di Clitennestra. Nella prima parte si ricostruiscono i legami intessuti con le reinterpretazioni teatrali dell’Orestea sia di Pier Paolo Pasolini sia di Luca Ronconi. Nella seconda parte si analizza la revisione di Clitennestra nella tradizione femminista letteraria, teatrale e filosofica (da Marguerite Yourcenar a Martha Graham, da Simone De Beauvoir a Adrienne Rich). Nella terza parte si esamina il testo sul piano letterario e su quello di genere, con particolare attenzione alle connessioni intertestuali e ai temi centrali del sogno e della follia. L’indagine permette di evidenziare luci e ombre presenti nella storia della ricezione del mito classico e di sottolineare cosa il dramma di Maraini eredita e in cosa innova rispetto al contesto teatrale e femminista.KEYWORDS: Dacia MarainiClitennestrafemminismodrammaturgia contemporanea Disclosure StatementNo potential conflict of interest was reported by the author(s).Notes1 Per un’analisi critica della letteratura di Dacia Maraini, si rimanda a The Pleasure of Writing: Critical Essays on Dacia Maraini, a cura di Rodica Diaconescu-Blumenfeld e Ada Testaferri (West Lafayette Indiana: Purdue University Press, 2000); Maria Antonietta Cruciata, Dacia Maraini (Firenze: Edizioni Cadmo, 2003); Scrittura Civile: studi sull’opera di Dacia Maraini, a cura di Juan Carlos de Miguel e Canuto (Roma: Giulio Perrone Editore, 2010).2 Maraini è presidentessa del teatro della Maddalena dal 1973 al 1983. Sul teatro della Maddalena e sulla fondazione successiva della compagnia delle Isabelle, rimando ai due volumi Le Isabelle: dal teatro della Maddalena alla Isabella Andreini, a cura di Maricla Boggio (Roma: Besa, 1995). Inoltre sul ruolo di Dacia Maraini all’interno di questo teatro, si veda Daniela Cavallaro, ‘Dacia Maraini’s Barricade Theatre’, in The Pleasure of Writing, ed. by a cura di Diaconescu-Blumenfeld e Testaferri, pp. 135–45. Sulla drammaturgia di Maraini si vedano anche Laura Mariani, ‘Dacia Maraini e il teatro: una storia di trent’anni e più’, Prove di drammaturgia: riviste di inchieste teatrali, 1 (1998), 7–9; Angela Matassa e Gioconda Marinelli, Dacia Maraini in scena con Marianna, Veronica, Camille e le altre (Pescara: Ianieri, 2008). Sul teatro degli anni Sessanta e Settanta si veda Claudia Messina, ‘Per un teatro necessario: la prima drammaturgia di Dacia Maraini’, Scaffale Aperto, 3 (2012), 147–72.3 Dacia Maraini, ‘I sogni di Clitennestra’, in Dacia Maraini, Fare teatro: 1966–2000 (Milano: Rizzoli, 2000), pp. 620–70.4 Il regista dello spettacolo è Giancarlo Sammartano, che lo rappresenta anche a Roma nel Teatro Politecnico nello stesso anno.5 Si vedano Daniela Cavallaro, ‘I sogni di Clitennestra: The Oresteia according to Dacia Maraini’, Italica, 3 (1995), 340–55; Kathleen Komar, Reclaiming Klytemnestra: Revenge or Reconciliation (Urbana, IL: University of Illinois Press, 2003), pp. 79–92. In particolare Komar ripercorre molte riscritture di donne, soprattutto degli anni Ottanta e Novanta. Basandosi sull’edizione de I sogni di Clitennestra pubblicata nel 1981 da Bompiani, la studiosa inserisce il testo fra le riscritture degli anni Ottanta. A tal proposito, vorrei sottolineare invece che la prima pubblicazione del testo è del 1978 e quindi Sogni appartiene al repertorio drammaturgico degli anni Settanta. Altri saggi importanti che rimarcano il valore femminista della riscrittura di Maraini sono: Alida Poeti, ‘Revisionismo mitico: una riscrittura e lettura al femminile dell’Orestea’, in Lotta con Proteo: metamorfosi del testo e testualità della critica (Atti del XVI Congresso AISLLI, 6–9 ottobre 1997), a cura di Luigi Ballerini, Gay Bardin, Massimo Ciavolella (Fiesole: Cadmo, 2000), pp. 1093–106; Nguyen L. Nghiem, ‘Mythic Revisions in Contemporary Italian Women’s Writing’, The Italianist, 28.1 (2008), 113–36; Eugenio Murrali, ‘I sogni di Clitennestra di Dacia Maraini: eredità di Eschilo, suggestioni moderne e autobiografiche’, Quaderni del ’900, 8 (2008), 63–88. Murrali esplora soprattutto le connessioni fra Sogni, il testo di Eschilo, e anche l’Elettra di Eugene O’Neill. Inoltre indaga alcune corrispondenze autobiografiche con i personaggi, soprattutto per quanto riguarda Clitennestra, che incarna il femminismo degli anni Settanta.6 Anton Bierl, L’Orestea di Eschilo sulla scena moderna: concezioni teoriche e realizzazioni sceniche, trad. di Luca Zenobi (Roma: Bulzoni, 2004). Nonostante non esista alcuna descrizione del testo in questione, nell’appendice finale Bierl cita il dramma come libero adattamento (Bierl, p. 194). Un altro testo importante sul tema della ricezione del mito è il volume collettaneo Agamemnon in Performance 458 BC to AD 2004, a cura di Fiona Macintosh et al. (Oxford: Oxford University Press, 2005). In questo volume, il nome di Maraini compare solo come drammaturga di Sammartano in appendice: si veda Amanda Wrigley, ‘Agamemnon on the APGRD Database’, in Agamemnon in Performance 458 BC to AD 2004, a cura di Macintosh et al., pp. 359–435 (p. 398).7 Dacia Maraini e Eugenio Murrali, Il sogno del teatro: cronaca di una passione (Milano: Rizzoli, 2013).8 Dacia Maraini, Caro Pier Paolo (Milano: Neri Pozza, 2022). Si tratta di un libro epistolare. Quasi sempre all’inizio delle lettere, vengono descritti dei sogni.9 Ricordo solamente che nell’Agamennone Clitennestra uccide il marito; nelle Coefore il figlio Oreste si vendica del padre uccidendo la madre; nelle Eumenidi il figlio matricida viene perseguitato dalle Erinni e poi ottiene l’assoluzione durante l’istituzione del primo tribunale. Si veda Vincenzo Di Benedetto, ‘Introduzione’, in Eschilo, Orestea, a cura di Enrico Medda et al. (Milano: BUR, 2006), pp. 5–190.10 Per il modello ‘evolutivo’ e per quello ‘antiaffermativo’, si veda Bierl, pp. 43–60 e 111–49 rispettivamente.11 Ibid., pp. 43–60 e anche pp. 111–49.12 Pier Paolo Pasolini, ‘Nota del traduttore’, in Eschilo, L’Orestiade, a cura di Pier Paolo Pasolini (Torino: Einaudi, 1996), p. 176 e pp. 177–78 (da cui si cita).13 Per un approfondimento, cfr. la rivista completa Dioniso, 4 (1960). Gassman è non solo il regista ma anche l’interprete di Agamennone e Oreste, mentre Clitennestra viene interpretata da Olga Villi. Vorrei ricordare che Pasolini è in sintonia con l’interpretazione marxista dell’Orestea proposta da George Thomson, Eschilo e Atene (Torino: Einaudi, 1949), pp. 340–407. In occasione della messa in scena dell’Orestea a Siracusa, viene distribuito anche un frammento del commento di Thomson. Sullo ‘scandalo’ suscitato dalla traduzione si veda anche il saggio-documentario di Monica Centanni e Margherita Rubino, Gassman, Pasolini e i filologi, video-documentario, 2005. Il documentario viene presentato nel 2005 per la mostra Vittorio Gassmann, Elena Zareschi: due protagonisti al Teatro greco di Siracusa (Siracusa, Palazzo Greco, Museo e Centro studi INDA). Una stroncatura della traduzione viene pubblicata da Enzo Degani, ‘Recensione a Eschilo, Orestiade, nella trad. di Pier Paolo Pasolini’, Rivista di Filologia e Istruzione Classica, 39 (1961), 187–93. Invece in difesa della traduzione si può leggere Nadia Fagioli, ‘L’Orestiade di Pasolini’, Resine 3 (1980), 9–18.14 La messa in scena che ne viene fuori è alquanto rivoluzionaria sia per l’uso di altoparlanti e microfoni, sia perché per la prima volta si svolgeva di sera, sia per la scelta dei costumi di Teo Otto e per le coreografie affidate a Mathilda Beauvoir (con delle danze vudù).15 Le altre traduzioni dal greco sulle quali lavora Pasolini sono quella inglese di George Thomson e quella italiana di Mario Untersteiner.16 Pier Paolo Pasolini, ‘Manifesto per un nuovo teatro’, Nuovi Argomenti, 9 (1968), 6–22.17 Nella ‘Nota del Traduttore’, Pasolini scrive: ‘La tendenza linguistica generale è stata a modificare continuamente i toni sublimi in toni civili: una disperata correzione di ogni tentazione classicista’ (Pasolini, ‘Nota del traduttore’, in Eschilo, L’Orestiade, a cura di Pasolini, p. 176). Sull’interpretazione della cultura greca realizzata da Pasolini, si veda anche Massimo Fusillo, La Grecia secondo Pasolini: mito e cinema (Firenze: La Nuova Italia, 1996).18 Laura Vitali, ‘Fortuna dell’Orestea nel teatro della seconda metà del Novecento: Pasolini, Gassman, Lucignani, Ronconi, Stein’, Quaderni del ’900, 8 (2008), 13–62 (p. 24). Vitali compara i finali dell’Orestea di Gassmann, Ronconi e Stein.19 Si veda Bierl, p. 55.20 Nel dramma Oreste diviene un personaggio assetato di potere. Si veda Pier Paolo Pasolini, ‘Pilade’, in Pier Paolo Pasolini, Teatro (Milano: Garzanti, 1988), pp. 277–406.21 Ibid., p. 286.22 Il video completo è disponibile online: ‹https://www.youtube.com/watch?v=tjcx8Mhtoxc› [consultato il 20 settembre 2021].23 Maraini spiega che è proprio nei viaggi africani dove i due amici si sono conosciuti meglio: si veda Maraini, Caro Pier Paolo, p. 137.24 Ibid., p. 78.25 Queste parole sono tratte da un’intervista inedita di chi scrive a Maraini, avvenuta per email il 31 luglio del 2007.26 Sul teatro di Luca Ronconi negli anni Settanta, si vedano Luca Ronconi, Luca Ronconi: prove di autobiografia, a cura di Giovanni Agosti (Milano: Feltrinelli, 2019), pp. 224–29; Franco Quadri, ‘Luca Ronconi’, in Il teatro degli anni Settanta: tradizione e ricerca. Stein, Chéreau, Ronconi, Mnouchkine, Grüber, Bene, a cura di Franco Quadri (Torino: Einaudi, 1982), pp. 145–222; Franco Quadri, Il rito perduto: saggio su Luca Ronconi (Torino: Einaudi, 1973); Cesare Milanese, Luca Ronconi e la realtà del teatro (Milano: Feltrinelli, 1973).27 Luca Ronconi, ‘Testimonianze’, in Maraini e Murrali, Il sogno del teatro, pp. 97–102 (p. 97).28 Sul Laboratorio si vedano Franco Quadri, Luca Ronconi e Gae Aulenti, Il laboratorio di Prato (Milano: Ubulibri, 1981); Isabella Innamorati, ‘Prato: laboratorio contro territorio’, in Quaderni di Gargnano: Luca Ronconi e il suo teatro, a cura di Isabella Innamorati (Milano: Università Cattolica, 1992), pp. 59–72.29 Bierl, p. 34.30 La rappresentazione completa di questa Orestea con la regia televisiva di Marco Parodi è disponibile online: Luca Ronconi, Orestea di Eschilo, YouTube, 1975, prima parte ‹https://www.youtube.com/watch?v=6Nj-kll5Jz4› e seconda parte ‹https://www.youtube.com/watch?v=JTpu82IYoEw› [consultato il 20 settembre 2021].31 Quadri, Il rito perduto, p. 206.32 Ronconi chiede anche una ‘consulenza drammaturgica’ sul testo a Cesare Milanese.33 Bierl, p. 34. Anche secondo Vitali quello di Ronconi è un finale ‘disilluso e alienante’ (Vitali, p. 14).34 Dacia Maraini, ‘L’ultima battaglia delle Erinni’, in Fare teatro: materiali, testi e interviste, ed. by Dacia Maraini (Milano: Bompiani, 1974), pp. 238–45 (p. 239).35 Maraini, ‘L’ultima battaglia delle Erinni’, p. 243.36 Ibid., p. 243.37 Maraini, ‘L’ultima battaglia delle Erinni’, p. 241.38 Ronconi, ‘Testimonianze’, p. 97.39 Ibid., p. 97.40 In generale sulla figura di Clitennestra, si veda anche Views of Clytemnestra: Ancient and Modern, a cura di Sally MacEwen (Lewiston, Queenston and Lampeter: Edwin Mellen Press, 1990). Sul concetto di revisione femminista, rimando a Adrienne Rich, che afferma che ‘la revisione – l’atto di guardarsi indietro, di vedere con occhi nuovi, di affrontare un vecchio testo con una nuova disponibilità critica – è per le donne più di un capitolo di storia culturale; è un atto di sopravvivenza’: Adrienne Rich, ‘Quando noi morti ci destiamo: la scrittura come re-visione’, in Adrienne Rich, Segreti, silenzi e bugie, trad. di Roberta Mazzoni (Milano: La Tartaruga, 1982), p. 25.41 Johann Joacob Bachofen, Il Matriarcato: storia e mito dell’Occidente, trad. di Giampiero Moretti (Milano: Christian Marinotti Edizioni, 2003 [1861]), p. 50. Si veda anche John Stuart Mill, La servitù delle donne, trad. di Anna Maria Mozzoni (Lanciano: Carabba, 1926 [1869]).42 Bachofen, p. 67.43 Si veda Froma Zeitlin, ‘The Dynamics of Misogyny: Myth and Mythmaking in the Oresteia’, Arethusa, 11 (1978), 149–84.44 Dacia Maraini, ‘Conversazione con Maraini’, in Maraini e Murrali, pp. 32–225 (p. 134).45 Le parole sono tratte da un’intervista di chi scrive, svolta il 31 luglio del 2007.46 Marguerite Yourcenar, ‘Elettra o la caduta delle maschere’, in Tutto il teatro, ed. by Marguerite Yourcenar, trad. di Luca Coppola e Giancarlo Prati (Milano: Bompiani, 1997), pp. 173–235 (p. 175). Inoltre Yourcenar spiega che Oreste vendica un padre assassino, più che un padre assassinato.47 Marguerite Yourcenar, ‘Clitennestra o del crimine’, in Marguerite Yourcenar, Fuochi (Milano: Bompiani, 2005), pp. 85–94.48 Martha Graham, Blood Memory (Doubleday: New York, 1991), p. 26.49 Ibid., p. 26.50 Martha Graham, The Notebooks of Martha Graham (New York: Harcourt Brace Jovanovich, 1973), p. 252.51 Ibid., p. 255. Letteralmente Graham parla di ‘her reality/her dream’ e anche di ‘underworld of her imagination’.52 ‘She is the dream of his first love, his mother’ (Ibid., p. 258).53 Si veda Komar, p. 65. Per un'analisi della Clitennestra di Martha Graham, si veda Komar, pp. 60–67.54 Simone De Beauvoir, Il secondo sesso, trad. di Mario Andreose e Roberto Cantini (Milano: Il Saggiatore, 2004), p. 108.55 Adrienne Rich, Nato di donna, trad. di Maria Teresa Marenco (Milano: Garzanti, 2000), p. 192.56 Si veda Luce Irigaray, Sessi e genealogie, trad. di Luisa Muraro (Milano: Feltrinelli, 1989).57 Ibid., p. 21. Sull’anteriorità del patriarcato, si veda invece: Sigmund Freud, Mosè e il monoteismo, trad. di Arrigo Ballardini (Milano: Pepe Diaz editore, 1952 [1939]), pp. 117–18.58 Irigaray, p. 25.59 Ibid., p. 22.60 Dacia Maraini, ‘Clitennestra o la perversione’, in Dacia Maraini, La bionda, la bruna e l’asino (Milano: Rizzoli, 1987), pp. 7–11 (p. 8).61 Ibid., p. 8.62 Su questo tema si veda anche Maria Serena Sapegno, ‘Oltre e dietro il pudore’, in Conversazione con Dacia Maraini: il piacere di scrivere, a cura di Paola Gaglianone (Roma: Omicron, 1995), pp. 41–60.63 Su questo tema si vedano Cavallaro, ‘I sogni di Clitennestra: The Oresteia according to Dacia Maraini’, pp. 340–55; e anche Gabrielle Cody, ‘Remembering What the Closed Eye Sees: Some Notes on Dacia Maraini’s Postmodern Oresteia’, in The Pleasure of Writing, a cura di Diaconescu-Blumenfeld e Testaferri, pp. 215–31.64 Si veda Eschilo, L’Orestiade, a cura di Pasolini, pp. 132–33.65 Maraini, ‘I sogni di Clitennestra’, p. 621.66 A questo proposito, in I sogni di Clitennestra ricorre l’uso del passato remoto, tipico del dialetto siciliano, e la traslitterazione in italiano di termini dialettali. Riporto a mo’ di esempio due battute di Agamennone con influenze dialettali: ‘A mio zio Peppino ci dissero’ (Maraini, ‘I sogni di Clitennestra’, p. 622); Agamennone: ‘e tu gli facevi la sfiziusa’ (Ibid., p. 629).67 Si veda Cavallaro, ‘I sogni di Clitennestra: The Oresteia according to Dacia Maraini’, p. 347. Inoltre vorrei anche sottolineare che il personaggio di Ifigenia richiama alla memoria Marianna Ucrìa, altra figura di donna muta in Dacia Maraini, La lunga vita di Marianna Ucrìa (Milano: Rizzoli, 2006).68 Non entro nel merito di questo discorso, ben trattato da Murrali, secondo il quale tale rapporto rimanda anche all’Elettra di Sofocle. Murrali, ‘I sogni di Clitennestra di Dacia Maraini’, p. 70.69 Maraini, ‘I sogni di Clitennestra’, p. 623. In queste parole vi è un’eco esplicita della visione maschilista della procreazione presentata già da Apollo (Eschilo, ‘Eumenidi’, in Orestea, a cura di Medda et al., vv. 658–61).70 Ibid., p. 632.71 Ibid., p. 638.72 Ibid., p. 645. Si veda anche Eschilo, Orestea, a cura di Medda et al., vv. 523–33. Inoltre sul tema del sogno si veda anche Murrali, ‘I sogni di Clitennestra di Dacia Maraini’, pp. 65–68.73 Maraini, ‘I sogni di Clitennestra’, p. 625.74 Ibid., p. 634.75 Maraini, ‘I sogni di Clitennestra’, p. 644.76 Maraini, Il sogno del teatro, p. 55.77 Prendo in prestito il concetto di ‘mito della famiglia riunita’ dalla teoria della pragmatica della comunicazione umana in Paul Watzlawick, Janet Helmick Beavin, Don D. Jackson, Pragmatica della comunicazione umana, trad. di Massimo Ferretti (Roma: Astrolabio–Ubaldini, 1971), pp. 168–75.78 Maraini, ‘I sogni di Clitennestra’, p. 649.79 Ibid., p. 650.80 Serena Anderlini, ‘Prolegomena for a Feminist Dramaturgy of the Feminine: An Interview with Dacia Maraini’, Diacritics, 21 (1991), 148–60.81 Irigaray, p. 22.82 Sul tema della follia, si veda anche Antonella Capra, ‘Matte per forza: la follia femminile nella drammaturgia di Dacia Maraini’, in Locas: escritoras y personajes femininos cuestionando las normas, a cura di Milagro Martín Clavijo et al. (Seville: ArCiBel Editores, 2015), pp. 257–71. Capra analizza tre testi di epoche diverse: Zena, Stravaganze e Camille.83 Maraini, Il sogno teatrale, p. 44.84 Maraini, ‘I sogni di Clitennestra’, pp. 654–55.85 Ibid., p. 665.86 Maraini, ‘I sogni di Clitennestra’, p. 667.87 Si veda Carla Lonzi, La donna clitoridea e la donna vaginale, Scritti di Rivolta Femminile, 3 (Roma: Editoriale Grafica, 1971). Sui punti di contatto esistenti fra Carla Lonzi e Dacia Maraini, si veda: Daniela Palmeri e Monica Pasquino, ‘Il linguaggio dell'autocoscienza tra filosofia e teatro: Carla Lonzi e Dacia Maraini’, Bollettino Filosofico, XXIV (2008), 494–508. Esiste una vastissima letteratura sul rapporto femminismo e psicoanalisi. Per iniziare, si veda la critica dell’interpretazione freudiana del 1974 di Luce Irigaray, Speculum: l’altra donna, trad. di Luisa Muraro (Milano: Feltrinelli, 1989). Ricordo solamente che la prima traduzione di questo testo in Italia (sempre di Feltrinelli) fu pubblicata già nel 1975.88 Maraini, ‘I sogni di Clitennestra’, pp. 669–70.89 Maraini, ‘I sogni di Clitennestra’, p. 670.90 Si veda Eschilo, ‘Eumenidi’, in Orestea, a cura di Medda et al., vv. 780–92.91 Le parole sono tratte da un’intervista di chi scrive a Maraini, avvenuta per email il 31 luglio del 2007.
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