
«Não somos nenhum protetorado italiano»: il dibattito sull’organizzazione sindacale nell’Estado Novo di Getúlio Vargas
2024; École Normale Supérieure de Lyon Editions; Volume: 32; Linguagem: Italiano
10.4000/122lh
ISSN2117-4970
Autores Tópico(s)Brazilian History and Foreign Policy
ResumoLa storiografia brasiliana si è concentrata a lungo e con un approccio prevalentemente comparativo su quanto il corporativismo e la legislazione sociale dell’Era Vargas (1930-1945) abbiano rappresentato una ‘copia’ del modello fascista italiano oppure un esperimento originale. Adottando una prospettiva transnazionale, l’articolo non solo ricostruisce alcuni dei processi di transfer che permisero la circolazione di idee corporative fasciste tra le élite politiche brasiliane, ma esplora anche le differenti ricezioni del modello sindacale italiano durante i primi anni dell’Estado Novo. Il dibattito intorno all’enquadramento sindical, vide infatti il pensatore autoritario Oliveira Vianna, il Ministério do Trabalho e i leader dell’industria paulista difendere contrapposte visioni dell’organizzazione sindacale brasiliana accomunate, tuttavia, dalla proclamata volontà di dare vita a un sindacalismo fedele alla realtà socio-economica del paese e non alla formula straniera del corporativismo fascista. «Non siamo un protettorato italiano […] non siamo né la Libia o l’Abissinia» scriveva Oliveira Vianna nel 1940. L’articolo si propone quindi di mettere in luce la ricezione plurale del modello fascista in Brasile: un modello che, criticato per le sue tendenze totalitarie in politica e stataliste in economia, si cercò di adattare selettivamente al contesto brasiliano e che spesso interagì con altre opzioni corporativiste, come quella di matrice cattolico-sociale.
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