Litus ama: linguaggio e potere nella regata virgiliana
2001; Fabrizio Serra Editore; Issue: 47 Linguagem: Italiano
10.2307/40236201
ISSN1724-1693
Autores Tópico(s)Linguistics and language evolution
ResumoNell'episodio virgiliano della regata che apre i giochi funebri in memoria di Anchise colpiscono alcune particolarita dell'espressione. Forse non a caso esse avevano meritato attenzione e impegno esegetico in una delle rare note che, in questa zona del testo1, Servio dedica a questioni linguistiche {ad Aen. 5, 163): LITUS AMA 'litus' est omne quod aqua adluitur: unde et saxum 'litus' vocavit. Al verso 162, uno dei comandanti delle navi in gara, Gia, apostrofa perentoriamente il suo pilota Menete imponendogli un mutamento di rotta: huc derige cursum; I litus ama... I altum alii teneant. L'intendimento del comandante non e che la sua nave debba tenersi prudentemente lungo costa, lasciando agli altri di affrontare i pericoli del mare aperto: al contrario, egli pretende una manovra audace, che porti la nave a sfiorare, con una stretta virata a sinistra, le rocce dello scoglio che le imbarcazioni in gara debbono doppiare, rinunciando cosi alla tranquillita di un'ampia virata piu al largo. Cio risulta del tutto chiaro se leggiamo per intero il verso 163:
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